Un mondo di luci e ombre, a rischio d’infiltrazioni malavitose, quello degli appalti. E’ quanto emerso oggi nel corso dell’iniziativa, promossa dalla Cgil Marche in diretta su Facebook, su “Appalti, lavoro e legalità”, con Maurizio Landini, segretario nazionale Cgil. Presenti inoltre Daniela Barbaresi, segretaria generale Cgil Marche, Giuseppe Santarelli, segretario regionale, Gino Sabatini, presidente Camera Commercio Marche, Giovanni Legnini, commissario straordinario ricostruzione, Tiziano Beldomenico, segretario regionale Fiom, Daniele Boccetti, segretario generale Fillea Cgil Marche e Daniel Taddei, segretario generale Cgil Macerata.
I DATI – Secondo le stime della Cgil Marche, sono 50mila lavoratori impegnati nel sistema degli appalti nelle Marche; di questi oltre 13mila addetti nei servizi socio-assistenziali, circa 12mila nei servizi di pulizia, vigilanza, portierato e mense, 7mila nella logistica e nei trasporti e 12mila nell’edilizia. Ovvero, il 10% del totale dei dipendenti privati. Nel 2019, nella regione, sono state indette dalle stazioni appaltanti pubbliche 1078 gare per forniture per una spesa complessiva pari a 616 milioni di euro, 1225 gare per servizi per una spesa pari a un miliardo e 454 milioni di euro e 1664 gare per lavori pari a 691 milioni di euro; solo gli appalti pubblici, nelle Marche, muovono una spesa che supera i 700 milioni di euro in un solo anno di cui oltre il 60% rappresentato da concessioni ad alta intensità di manodopera. Un quadro di luci e ombre perché, come ha sottolineato Santarelli, «secondo i dati Anac, ci sono elementi positivi come l’incidenza dello scostamento rispetto ai costi di esecuzione previsti che segna un punto in meno rispetto alla media nazionale o l’indicatore dei tempi di esecuzione degli appalti che è quasi di 10 punti più basso rispetto alla media nazionale. Ci sono però – ha aggiunto – anche dati negativi che ci dicono come siamo sopra la media nazionale sull’indicatore che misura le varianti in corso d’opera con due punti sopra o che siamo molto al di sotto della media sull’utilizzo economicamente più vantaggiosa nei criteri di aggiudicazione».
LA CGIL MARCHE – Barbaresi ha posto l’accento sugli appalti pubblici sostenendo che «su questo fronte, la Cgil ha fatto molto con la messa a punto dei protocolli i cui risultati si stanno vedendo proprio ora. Per la ricostruzione – ha continuato – abbiamo bisogno di una sede e di una modalità stabili e strutturate per discutere i problemi concreti, le criticità da affrontare e gli ostacoli che, quotidianamente, incontrano istituzioni, imprese, professionisti, lavoratori e organizzazioni sindacali. Non solo: abbiamo anche bisogno di confrontarci su quali prospettive di sviluppo avere per i territori colpiti dal sisma». Sono poi intervenuti Gino Sabatini, presidente Camera Commercio Marche, Tiziano Beldomenico, Fiom Cgil Marche, che ha ricordato la battaglia contro il caporalato in Fincantieri, Daniele Boccetti, Fillea Cgil Marche, che ha messo in luce l’importanza del Durc nei lavori per la ricostruzione mentre Daniel Taddei, segretario generale Cgil Macerata, ha riportato il caso delle Sae di Macerata emerso dopo le denunce della stessa Cgil.
RICOSTRUZIONE – Giovanni Legnini, commissario per la ricostruzione, ha parlato di «legalità e semplificazione» come binomio determinante annunciando un incontro con la Ministra dell’Interno per il 28 luglio con tutte le Prefetture interessate per avviare i protocolli di legalità, già firmati a Macerata ma da estendere a tutta l’area del cratere. Alle sollecitazioni della Cgil, Legnini ha sottolineato la necessità di garantire stabilità al personale degli uffici per la ricostruzione e ha confermato che sono stati avviati i concorsi per rafforzare l’attuale organico.
IL SEGRETARIO NAZIONALE– Da subito, Landini ha dichiarato: «La Cgil si è interessata al problema della ricostruzione e cercherà di porla, oggi più che mai, come questione nazionale. Il punto è, però, che al momento c’è difficoltà a interloquire con il Governo; sul decreto Semplificazione, tutti i cambiamenti operati sono il frutto di segnalazioni e non altro. Noi siamo disponibili a fare della ricostruzione una delle priorità del Paese, soprattutto perché ci vuole l’idea di una ricostruzione collegata, più in generale, agli investimenti». Quanto al tema del massimo ribasso, Landini ha detto che «questo non funziona. Perciò, nel Decreto semplificazione – ha sottolineato – bisogna fare in modo che la semplificazione non metta in discussione la sicurezza e la qualità del lavoro. Ormai la logica del subappalto e del massimo ribasso è diventata un tema generale».
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