«Per noi non sono importanti gli anni di carcere che decreteranno la condanna. Quei ragazzi devono capire cosa hanno distrutto. Non hanno ammazzato solo sei persone, ma tutti i familiari e i loro amici». Sono le parole commosse e distrutte dal dolore di Corrado Vitali, padre della 15enne Benedetta, una delle cinque vittime della strage di Corinaldo. Questa mattina, con il figlio Francesco, ha preso parte all’udienza in cui hanno parlato gli avvocati dei sei imputati. I familiari di Benedetta sono parte civile con l’avvocato Irene Ciani. Non ha interesse il padre di Benedetta ad ascoltare la sentenza o ad essere presente il giorno in cui si svolgerà. Sa che quei giovani, comunque sia, sono «indifendibili ma hanno bisogno di un reinserimento nella società nella giusta maniera». Durante l’udienza di questa mattina, ciò che ha fatto più male al cuore di padre che è in Corrado, è stato il ‘puntualizzare’ che i ragazzi hanno un trascorso fatto di droghe, suonato quasi come una attenuante per la strage avvenuta alla Lanterna. «I ragazzi hanno il diritto di andare a ballare – ha detto Corrado Vitali -, hanno bisogno di esprimere la loro voglia di vivere, ma non si deve far passare l’uso di droghe e la commissione di reati come la normalità». «Quei ragazzi non hanno ammazzato solo sei persone, ma tutti i familiari e i loro amici. La nostra è la peggior morte, la viviamo lentamente tutti i giorni». Nella strage di Corinaldo, insieme a Benedetta, morirono altri quattro giovanissimi: Mattia Orlandi, Asia Nasoni, Daniele Pongetti, Emma Fabini e la 39enne Eleonora Girolimini.
(Fe.ser)
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