Omicidio di Renata Rapposelli, condannati il figlio, Simone Santoleri e il marito, Giuseppe.
Così hanno deciso questo pomeriggio i giudice della Corte d’assise di Teramo. Niente ergastolo per Simone Santoleri, come aveva chiesto ieri il pm, ma 27 anni di carcere (riconosciute le attenuanti generiche). I giudici lo hanno condannato a 24 anni per l’omicidio della madre più tre per distruzione di cadavere. Ventiquattro anni invece per Giuseppe Santoleri: 21 per l’omicidio più tre per distruzione di cadavere. Per entrambi i giudici hanno disposto 5 anni di libertà vigilata una volta scontata la condanna. I due uomini erano imputati per l’omicidio della pittrice che scomparve da Giulianova il 9 ottobre 2017 e che venne rinvenuta morta lungo l’argine del fiume Chienti, a Tolentino (era il 10 novembre del 2017).
Una vicenda che ha coinvolto sia il Maceratese che l’Anconetano perché la pittrice risiedeva nel capoluogo dorico. Le indagini, dopo il rinvenimento del corpo della donna, si erano quasi subito indirizzate verso il figlio e il padre. Il delitto sarebbe maturato per questioni economiche. Oggi padre e figlio non erano presenti in aula. C’erano i loro legali, l’avvocato Alessandro Angelozzi per Giuseppe Santoleri, e i legali Gianluca Carradori e Gianluca Reitano per il figlio della pittrice. Presenti anche l’avvocato Federica Guarella, legale dell’associazione Penelope (parte civile al processo, che ha ricevuto 1.500 euro di risarcimento) e il legale Anna Maria Augello, che assiste la figlia della pittrice e di Giuseppe Santoleri, Maria Chiara. Per la donna i giudici hanno disposto una provvisionale di 100mila euro. La Corte d’assise ha fatto è uscita con la sentenza alle 17,45, dopo circa due ore di camera di consiglio. 75 giorni per le motivazioni (la data indicata è il 18 novembre).
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