di Luca Patrassi
In lista con “Civici per il territorio” alle prossime elezioni regionali. L’appuntamento con le urne si avvicina e Paola Giorgi – di lei si tratta – attrice, già assessore regionale nella giunta guidata da Spacca ora candidata nel collegio maceratese, spiega i motivi della scelta di campo e i contenuti del suo impegno. Lo ha fatto questa mattina nel corso di un incontro svoltosi in piazza Battisti. «Con l’esperienza con il governatore Spacca ho imparato che per portare avanti un progetto bisogna avere visione e strategia. La mia non era una candidatura scontata. Ho fatto l’assessore regionale con Spacca nel 2010, nel 2015 ho aderito – con Spacca e Solazzi- al progetto Marche 2020 che però non è stato accolto come avrebbe meritato per i suoi contenuti innovativi. Ora mi candido con una lista civica a sostegno di Francesco Acquaroli perché non ho una collocazione partitica, sento vicino il movimento civico e voglio continuare a mettere a disposizione le mie competenze pur svolgendo una professione, quella di attrice, che va a gonfie vele, al netto del Covid».
Quanto al sostegno ad Acquaroli, è presto detto: «Nel 2015 con Spacca abbiamo lasciato una Regione in crescita, in pieno sviluppo, capace di relazioni internazionali e ben inserita nell’ambito europeo. Uscito Spacca, si è rivelata l’incapacità di governo della giunta Ceriscioli, con una politica chiusa sui bisogni di un Pd del tutto incapace». Fatta l’analisi sul passato, spiegati i motivi della candidatura, Paola Giorgi spiega la strategia.«Il tema centrale della mia azione? Non c’è un tema specifico ma un’idea di Regione che deve cambiare ritmo e passo. Parliamo del terremoto e della non ricostruzione. Bisogna guardare il territorio da un’altra prospettiva, capire cosa fare per le aree interne che sono una grande risorsa delle Marche. Dobbiamo essere capaci di attingere ai fondi strutturali europei, arriveranno risorse ingenti dall’Europa e dobbiamo essere pronti con progetti intelligenti di sviluppo».
I settori di riferimento. «Un mio pallino sono i teatri storici delle Marche che sono le piazze, le agorà di una città, il luogo dove si sviluppa il dibattito. Dobbiamo sviluppare la produzione teatrale nella consapevolezza che i teatri creano economia, indotto. L’agricoltura è una risorsa, giusta l’azione della Fondazione Merloni a sostegno della startup. A sostegno delle aree interne, e della loro potenzialità turistica, bisogna investire in infrastrutture digitali, bisogna essere connessi e per questo ci vuole un fortissimo investimento digitale. Digitale, ma anche infrastrutture materiali anche se il lavoro fatto dalla Quadrilatero ha risolto i problemi principali, ce ne sono comunque altri da affrontare con lo stesso spirito».
Si parla molto di riequilibrio territoriale, la Giorgi ha una sua idea: «E’ evidente il sovraccarico demografico e di urbanizzazione lungo la costa. Bisogna mettere in pratica strategie per rendere appetibili gli investimenti sulla montagna e favorire il ritorno in paesi e in aree di grande bellezza per i beni ambientali e architettonici che ospitano». Costa comunque da potenziare quanto a servizi: «Penso al porto di Civitanova, la cui situazione ben conosco. Reputo possibile definire un progetto sinergico per la sistemazione del porto, l’ampliamento delle banchine, il dragaggio: il tutto per esaltarne la vocazione turistica. Un piano di sviluppo che avrebbe benefici sull’intera provincia». Progetti per esaltare alcune specificità costiere ed altri per ridurre i problemi che si sono manifestati: «Quello dell’Hotel House è un tema difficile e scomodo da trattare, ma non si può far finta che non esista, perché i problemi non possono che aumentare, iniziando dalla sicurezza e dallo spaccio di droga. Vero è che non è una competenza regionale, ma bisogna attivarsi mettendo in campo tutti i soggetti istituzionali e non per definire la questione. Inutile continuare a fare visite, riunioni e sopralluoghi. A Porto Recanati sanno che sono una che i problemi li affronta e li risolve, visto che sono io che ha portato a casa il risultato dei fondi per la sistemazione del litorale a Porto Recanati Sud. Ho fatto cambiare la norma che non prevedeva la realizzazione di barriere fisse, ho cercato e trovato il sostegno anche economico di Rete ferroviaria italiana, ho fatto partire i lavori. Oggi mi fa piacere vedere che dove non c’era più nulla per via delle mareggiate, ci sono duecento metri di spiaggia».
Con Macerata si torna alle note dolenti: «La situazione è ben visibile, Macerata ha perso il ruolo di capoluogo di provincia, non solo non sviluppa ma continua a perdere attrattività. E’ una città universitaria ma non lo dimostra, Unimc è una ricchezza, un motore economico ma bisogna creare occasioni d’incontro per lo sviluppo. Apprezzo il lavoro fatto sullo Sferisterio, iniziando con la rete lirica delle Marche». Un altro attacco alla giunta regionale uscente arriva su fronte della sanità: «Capisco che ci sia un piano sanitario, ma il tragico evento del terremoto avrebbe dovuto indurre ad apportare modifiche. Ora nell’entroterra c’è una disparità sociale insostenibile anche per chi è profondamente legato alle radici. Questo vale anche per il trasporto pubblico locale». Un ritorno di fiamma sul tema della cultura per dire che il vivere bene si deve poter misurare anche in termini di welfare culturale che produce benessere fisico ed una annotazione di servizio sul tema delle associazioni e della disponibilità di spazi pubblici: «di recente è venuta da me la responsabile di un’associazione culturale, aveva chiesto al Comune di Macerata la disponibilità del Lauro Rossi per due giorni per le prove e lo spettacolo del saggio finale degli allievi. La richiesta è stata di novemila euro, non è possibile chiedere queste cifre».
(foto Falcioni)
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