Papa Francesco stamattina, 12 settembre, ha incontrato in udienza i familiari delle vittime della strage della ‘Lanterna Azzurra’ di Corinaldo, la discoteca dove l’8 dicembre 2018 nella calca persero la vita cinque ragazzi minorenni e una mamma di 39 anni. «Ogni morte tragica porta con sé un dolore grande. – ha detto il Pontefice come riporta l’agenzia Sir – Ma quando rapisce cinque adolescenti e una giovane mamma, è immenso, insopportabile senza l’aiuto di Dio. Io non entro nel merito delle cause che hanno determinato gli incidenti nella discoteca dove sono morti i vostri familiari. Ma mi unisco con tutto il cuore alla vostra sofferenza e al vostro legittimo desiderio di giustizia». La perdita di un figlio, ha rimarcato il Pontefice, «è impossibile da aggettivare. Quando noi perdiamo papà o mamma, siamo orfani – ha detto parlando a braccio – c’è un aggettivo: orfano, orfana. Quando nel matrimonio si perde il coniuge, chi rimane è vedovo o vedova. C’è un aggettivo anche per questo. Ma quando si perde un figlio, non c’è aggettivo. La perdita di un figlio è impossibile da ‘aggettivare’. Ho perso il figlio: cosa sono…? No, non sono né orfano, né vedovo. Ho perso un figlio. Senza aggettivo. Non c’è. E questo è il grande dolore vostro».
Il Santo Padre ha inoltre ricordato che Corinaldo è vicina a Loreto ed ha invitato i presenti a pregare la Madonna di Loreto pensando che «come Madre, non abbia mai staccato il suo sguardo da loro, specialmente in quel momento di confusione drammatica; che li abbia accompagnati con la sua tenerezza. E anche se in quegli istanti caotici non hanno potuto farlo, la Madonna non dimentica le nostre suppliche. Sicuramente li ha accompagnati all’abbraccio misericordioso del suo Figlio Gesù». Il Papa ha ricordato anche di essere rimasto “scosso” nell’apprendere della tragedia ed ha avvertito che «col passare del tempo – e purtroppo col susseguirsi di tante, troppe tragedie umane – si rischia di dimenticare. Questo incontro – ha rimarcato – aiuta il Papa e la Chiesa a non dimenticare, a tenere nel cuore, e soprattutto ad affidare i vostri cari al cuore di Dio Padre».
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