di Federica Nardi
Una lettera infilata in un’auto chiusa. Inizia così la favola dell’Accademia di Musica di Camerino, inaugurata oggi dopo 148 giorni (9mila ore) di lavori grazie alla donazione dell’Andrea Bocelli Foundation. Perché quella lettera era di suor Chiara Laura di Camerino e l’auto dove qualcuno è riuscito a piazzarla era quella di Laura Biancalana, direttrice della fondazione che ha già realizzato dopo il terremoto del 2016 anche la scuola di Sarnano e Muccia.
Ed è proprio a Muccia che inizia la storia del nuovo edificio della città ducale. «Mentre costruivamo lì nella mia macchina ho trovato la lettera – racconta Biancalana – Ci siamo incuriositi e siamo venuti a Camerino. È stato un gioco di squadra. Non si vince da soli. Oggi non è la fine del progetto, è l’inizio. Le nostre strutture sono così belle e ricercate perché pensiamo che per educare il talento occorrano luoghi che lo ispirino. Da oggi 160 ragazzi popoleranno questa scuola. È questo auditoriun speriamo viva con i più grandi artisti internazionali» Grande protagonista di oggi Andrea Bocelli che ha incantato, ancora prima del pubblico radunato sia davanti alla nuova scuola sia davanti al maxi schermo poco distante (per permettere a tutti di partecipare anche se a distanza), anche il ristretto pubblico della conferenza stampa. Il maestro ha infatti accompagnato suonando il pianoforte del nuovo auditorium la firma del documento con cui la Fondazione cede la scuola al Comune. Presenti, oltre a Sandro Sborgia, sindaco di Camerino, Stefano Aversa, presidente dell’Abf, Veronica Berti moglie di Bocelli e vicepresidente Abf erano presenti anche: Renato Zero, Marco Masini, Serena Autieri, Giovanni Caccamo, Andrea Griminelli, Anastasija Petryshak, Andrea Paris, Carlo Bernini e Ilaria della Bidia.
«Senza cultura ed educazione non c’è speranza – ha esordito Bocelli -. In questi ultimi mesi abbiamo vissuto un periodo difficile e preoccupante proprio per i ragazzi che non sono potuti andare a scuola. C’era bisogno di ricostruire dopo il terremoto e ho pensato di chiedere alla mia fondazione uno sforzo particolare cominciando proprio dalla scuola. Prima a Sarnano poi a Muccia. Poi si è presentata questa opportunità meravigliosa, per me che sono un musicista, di costruire una scuola con una grande tradizione. Ci siamo messi di buona lena. In 150 giorni lavorativi è finita ed è curata anche da un punto di vista tecnologico. Ora non resta che augurarci che tanti ragazzi trovino gioia coraggio e speranza attraverso la musica». Ha poi aggiunto il tenore: «Si dice “a caso” quando le cose che accadono non hanno un’apparente spiegazione. Per me a caso non accade niente. A noi tocca il compito di cogliere le opportunità e tradurle in qualcosa di concreto. È commovente l’elenco dei donatori che, nonostante la tragedia in cui ci siamo trovati, hanno rispettato gli impegni e hanno donato nonostante tutto. Ci fa essere ottimisti. Ci sono tanti uomini di buona volontà e su di loro possiamo sperare per un futuro più bello».
Aversa ha parlato anche dell’edificio: «La musica è un linguaggio universale e questo è il tempio della musica, per anni molto famoso e che qui troverà una sede iconica. La scuola non si integra nel paesaggio ma lo completa in modo evidente». Sborgia ha aggiunto: «Non posso che esprimere un grazie dal profondo del cuore. Abbiamo con voi un debito di gratitudine eterno. Queste cose sono indicative che c’è una parte della società che ancora guarda al bene degli altri. Voi avete rappresentato la parte più bella dell’animo umano. Avete teso la mano a queste comunità gravemente colpite, nel modo più bello: aiutare i più piccoli nella loro formazione. Le persone che hanno lavorato a questo progetto, in ogni posa di pietra, hanno messo un po’ del loro cuore, passione e generosità». Sul palco Bocelli e gli altri ospiti hanno poi cantato l’Inno di Italia.
(in aggiornamento)
Renato Zero saluta le suore
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