Il mondo bancario marchigiano è in fermento e si prepara all’ennesima trasformazione determinata dall’acquisizione di Ubi che nelle Marche aveva raccolto le ceneri di Banca Marche dopo il crac milionario che ha lasciato sul campo non poche vittime.
Nella notte tra martedì e mercoledì Intesa San Paolo ha firmato con i gruppi Fabi, Firest Cisl, Fisac/Cgil, Uilca e Unisin l’accordo sindacale «finalizzato – si legge in una nota dell’azienda – nel contempo a un ricambio generazionale senza impatti sociali e a continuare ad assicurare un’alternativa ai possibili percorsi di riconversione/riqualificazione professionale e la valorizzazione delle persone del Gruppo Intesa Sanpaolo». Se in Italia sono previste 5mila uscite volontarie entro il 2023, nelle Marche se ne attendono 108 provenienti da Intesa e 197 da Ubi. Intesa assicura anche che «entro il 2023 saranno effettuate assunzioni a tempo indeterminato nel rapporto di un’assunzione per ogni due uscite volontarie, fino a comunque 2.500 assunzioni, a fronte delle almeno 5.000 uscite volontarie previste, non computando a tal fine le uscite delle persone che saranno trasferite per effetto dei trasferimenti di rami di azienda». Le assunzioni saranno destinate a sostenere la crescita del gruppo e le nuove attività, avendo attenzione al supporto alla rete e alle zone svantaggiate del Paese, anche attraverso la “stabilizzazione” delle persone attualmente in servizio con contratto a tempo determinato. Il gruppo prevede che almeno la metà delle assunzioni riguardi le province di insediamento storico di Ubi Banca (Bergamo, Brescia, Cuneo e Pavia) e il Sud Italia.
«L’accordo – ha commentato Carlo Messina, consigliere delegato e ceo di Intesa – siglato dopo un negoziato rapido ed efficace, permette di raggiungere un risultato basato, per entrambe le parti, sulla volontà di tutelare l’occupazione, di favorire lo sviluppo professionale delle persone, di rispettarne le aspirazioni. In un quadro generale segnato da una notevole complessità, confermiamo l’assunzione – a tempo indeterminato – di 2.500 giovani. I nuovi ingressi potranno sostenere la crescita del Gruppo e le sue nuove attività; presteremo attenzione particolare al sostegno alle nostre reti territoriali e alle zone svantaggiate del Paese».
Discorso a parte merita l’accordo tra Intesa e Bper per la cessione di filiali sul territorio. Nelle Marche sarebbero 85 su 212 le filiali interessate e sembrerebbe che ad essere cedute saranno le filiali ex Banca Marche. L’istituto ha fissato il closing dell’operazione per la seconda metà di febbraio 2021 per le filiali di Ubi Banca e il secondo trimestre 2021 per le filiali di Intesa Sanpaolo.
Sarà trasferita a Bologna la direzione generale mentre a Jesi, in quello che è stato finora il quartier generale per le Marche, resteranno funzioni di secondo ordine. A fare le spese, in questo nuovo passaggio, potrebbero essere ancora una volta le filiali dell’entroterra e delle zone terremotate che potrebbero perdere sportelli.
(a.p.)
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