Al tavolo del Mise, ieri mattina, 22 ottobre, la Whirlpool ha confermato la chiusura del sito di Napoli per il 31 ottobre, dopo 6 mesi di trattative che non hanno cambiato gli orientamenti della multinazionale. Stamattina dalle 10 in poi presso la sede della Whirlpool di Fabriano, Fim, Fiom e Uilm territoriali hanno svolto un presidio a supporto della vertenza, nel rispetto delle condizioni di sicurezza anti Covid. «E’ necessario continuare la mobilitazione contro la chiusura dello stabilimento di Napoli, per pretendere il rispetto dell’accordo Ministeriale dell’ottobre 2018, e dare sostegno alle Sedi Impiegatizie e al sito di Melano, che vedono il loro futuro pieno di incertezze e preoccupazioni, nonostante l’improvviso aumento di lavoro. – scrivono le organizzazioni sindacali – Siamo ancora ben lontani dai numeri condivisi nei piani di riorganizzazioni del 2015 e 2018; Nelle sedi impiegatizie sono state perse figure importanti con il conseguente depotenziamento degli enti strategici per l’azienda, mettendo a rischio il futuro della Whirlpool in Italia». Nello stesso tempo, nello stabilimento di Fabriano, che vive in un momento di saturazione produttiva, «emergono tutte le criticità dovute ai ritardi e mancati investimenti, che avrebbero permesso di far diventare il sito di Melano, veramente competitivo e strategico nella produzione di piani cottura nell’area Emea, senza dover chiedere sempre e continuamente sacrifici alle persone che ci lavorano. – osservano Pierpaolo Pullini (Fiom), Giampiero Santoni (Fim Cisl) e Isabella Gentilucci (Uilm-Uil) oggi in presidio – Servono scelte ed azioni diverse e di ben altro livello per mantenere la strategicità dell’Italia nei piani di Whirlpool Emea e la centralità del territorio di Fabriano».
Per Pierpaolo Pullini, in particolare «il quadro è cambiato rispetto alla fase iniziale delle trattative quando eravamo in piena cassa integrazione e quindi l’azienda perdeva quote di mercato. Oggi l’azienda fa fare gli straordinari in tutti gli stabilimenti anche utilizzando lavoratori somministrati. Addirittura al call center di Fabriano siamo tornati alle assunzioni. Chiudere il sito di Napoli quindi non può essere l’unica strada perché far cessare la produzione partenopea, oltre a non rispettare gli accordi del 2018, significa anche che la produzione di lavatrici non si farà più in Italia sebbene la Whirlpool lavori a pieno regime». Per l’area di Fabriano sono invece due le criticità da risolvere secondo Pullini. «Una è relativa alla stabilimento di Melano dove si sta lavorando molto ma dove manca una parte di investimenti previsti per renderlo veramente efficiente – spiega – l’altra è invece collegata alle sedi impiegatizie. E’ vero, si sta rafforzando la rete di servizi al cliente, compito del call center inteso come customer service, è altrettando vero che in questi anni, anche durante il blocco dei licenziamenti, sono stati depotenziati gli altri settore strategici come la progettazione, lo sviluppo e la ricerca, il marketing e il finance, la logistica. E anche su tutto questo, noi crediamo, che servirebbero scelte diverse»
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