di Monia Orazi
«Sì all’apertura di nuovi ospedali, no ad un unico ospedale accentratore. La curva dei contagi sembra rallentare ma i numeri sono importanti e ci prepariamo al peggio. Capisco che sia una violenza essere strappati via da qualcosa, sono dispiaciuto di non poter trovare subito una soluzione per Camerino ma prendo l’impegno a disegnare un nuovo modello di sanità nelle Marche che comprenda voi sanitari e i sindaci». Così il governatore Francesco Acquaroli ieri, a Camerino, ha affrontato la situazione del nosocomio il cui personale è stato in parte trasferito al Covid center di Civitanova.
Ciò ha significato la chiusura dei quattro posti letto del reparto di Rianimazione con 8 anestesisti e l’equipe di infermieri che sono stati trasferiti a Civitanova. Altri due medici di Chirurgia saranno trasferiti, dopo che già il reparto è stato accorpato con Ortopedia per far fronte alla carenza di personale. In più per il Covid center sono partiti anche medici e infermieri volontari. Sul punto del personale, ha risposto Nadia Storti, direttore dell’Asur Marche: «Abbiamo preservato Camerino da diventare ospedale Covid. Il primo modulo con Civitanova lo abbiamo coperto con personale dell’ospedale di Civitanova. Ci sarà una turnazione del personale di tutte le Aree vaste, ognuna di 30 giorni. Saranno garantiti gli interventi oncologici di classe A, quelli più gravi, e quelli urgenti. Sia a Camerino che in tutti gli ospedali. Camerino è un ospedale di eccellenza ma il problema è la mancanza di personale, purtroppo non sono capace di clonare i medici». Storti ha aggiunto: «Ad oggi ci sono 306 pazienti ricoverati nelle Marche per il Covid, ma se la curva continua così ce ne saranno altri 180 al 10 novembre e la situazione diventerà sempre più dura».
Acquaroli ha poi proseguito: «L’indice di contagio è sceso da 1,55 a 1,25. Ma i numeri restano importanti. È una situazione difficile. Ognuno deve fare quello che può. Non giudico quanto accaduto ma la politica deve dare una risposta. Ieri ho depositato il documento per la revisione del piano sanitario regionale che mi aspetto di fare entro un anno e mezzo circa. In questo periodo osserverò ciò che accade per fare una valutazione. Chiedo l’aiuto di voi operatori perché non riaccada ciò che è avvenuto a marzo: non possiamo farci trovare impreparati, serve una organizzazione, non possiamo rivedere in corsa il piano pandemico. Noi siamo per potenziare la medicina del territorio perché la pandemia ci ha insegnato quanto sia importante avere strutture ospedaliere anche sul territorio. Non si deve allontanare la popolazione fragile e anziana dalle strutture sanitarie di riferimento». Sul personale del Covid center ha aggiunto: «non siamo riusciti a trovare personale aggiuntivo, per ora la situazione tiene. Ma se peggiora saremo costretti ad applicare il piano pandemico».
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