E’ scoppiata una bagarre social – Pd contro Liste civiche e viceversa- per il caso del maxi risarcimento dovuto dal Comune di Osimo all’ingegnere Franco Mazzocchini, licenziato illegittimamente secondo la sentenza del collegio della Corte d’Appello di Perugia. Una vicenda legale complessa e annosa, iniziata nel 2002 con il licenziamento l’ex ingegnere capo dell’Ufficio tecnico del Comune di Osimo deciso nel 2002 dall’amministrazione comunale delle Liste civiche dell’allora sindaco Dino Latini, proseguita fino al grado della Cassazione che nel 2014 la Cassazione aveva già riconosciuto come “illegittimo e ingiustificato” il provvedimento. Ma il tecnico non poteva essere reintegrato perché nel frattempo, nel 2012, era andato in pensione. La Suprema Corte aveva quindi rinviato gli atti alla Corte d’Appello di Perugia, incaricando i giudici umbri di quantificare le retribuzioni arretrate che spettano al dipendente comunale dal 2002 a quello della sua entrata in trattamento di quiescenza. A novembre 2019 la sentenza aveva stabilito che a Franco Mazzocchini devono essere versati «146 459,59 euro di retribuzioni globali di fatto nette in forza della sentenza resa da questa Corte l’11 giugno 2014» e ha condannato il Comune di Osimo a pagare questa somma «oltre alle relative imposte secondo le modalità previste dalla normativa in materia». Le spese di lite sono state compensate tra le parti relative «quanto alla fase di legittimità davanti alla Corte di Cassazione del 2015» mentre per tutte le altre fasi del giudizio, il Comune dovrà rifondere all’ingegnere «184,23 euro per esborsi; 5.141 euro per diritti e 10.000 euro per onorario, oltre a Iva e Cap come per legge. Per la fase di appello svoltosi davanti alla corte territoriale di Ancona 13 euro per esborsi».
Ieri sera l’attuale sindaco di Osimo, Simone Pugnaloni (Pd) ha puntato l’indice contro la scelta maturata dagli amministratori dei movimenti civici 18 anni fa, mentre i consiglieri di maggioranza del Partito Democratico hanno quantificato in 450mila euro circa la somma complessiva che gli osimani dovranno accollarsi per saldare il conto, tra risarcimento, spese legali e di giudizio, contributi previdenziali da versare all’ex dipendente comunale.
La replica dei movimenti civici non si è fatta attendere. «Nel più classico stile della sinistra di Osimo tira fuori una sentenza del dicembre 2019 allibrata quanto a importi a spanne solo per mascherare la condanna che pochi giorni fa la sua amministrazione ha ricevuto per gli oneri di urbanizzazione dell’ex consorzio agrario di via Montefanese – scrivono i consiglieri di minoranza del Gruppo consiliare delle Liste civiche – Paghi i 160 mila euro oltre ai 15 mila euro circa di spese legali di questa condanna invece di ‘ciacolare’ contro altri; somme che potevano essere facilmente evitate di pagare. Se loro difendono Mazzocchini noi difendiamo l’ingegnere Frontaloni (ex dirigente comunale n.d.r.) la cui gestione ha fatto risparmiare agli osimani oltre 4 milioni di spese di personale e dato risposte efficaci, efficienti e trasparenti sull’urbanistica. Per la precisione i soldi per la causa Marzocchini erano stati accantonati durante le amministrazioni delle Liste civiche, quindi nessuna somma va ad incidere nelle poste di questa amministrazione che deve solo pensare a pagare le sue troppe cause che sta perdendo. La politica della sinistra osimana & soci più o meno coperti è solo questa, prima o poi finirà».
Licenziato dal Comune, l’ingegnere Mazzocchini vince la causa dopo 18 anni: maxi risarcimento
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