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La medica di famiglia è “millennial”
«Uso i social per consigli ai pazienti
e se serve li teleconsulto»

SALUTE - Ilaria Rossiello a 29 anni è la più giovane professionista convenzionata col sistema sanitario delle Marche. Vive a Tolentino ma lavora a Montecosaro. Crede nelle nuove tecnologie e le applica al lavoro. GUARDA IL VIDEO SULL'USO DEL SATURIMETRO
Il tutorial della dottoressa Rossiello sull'uso del saturimetro

 

di Francesca Marsili

La sua pagina social si chiama “Ilaria Rossiello, medica di famiglia”. Medica si, perché crede fermamente che la declinazione femminile – in un ambito dove le donne sono sempre di più – debba essere la regola, perché diversamente sarebbe discriminante. E’ una millennial della salute, a soli 29 anni è la più giovane professionista convenzionata col sistema sanitario delle Marche. E come è tipico della sua generazione, altamente connessa, Ilaria Rossiello medica di medicina generale, cerca di portare in ambito medico il potenziale delle nuove tecnologie e dei nuovi mezzi di comunicazione come ad esempio l’utilizzo della telemedicina per gestire i pazienti da remoto o molto più semplicemente dispensando buone pratiche attraverso l’omonima pagina Facebook.

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Ilaria Rossiello

Originaria di Tolentino con un papà oculista, la dottoressa Rossiello si laurea in medicina a 25 anni, nel 2016. L’anno successivo dopo aver ottenuto l’abilitazione alla professione si iscrive al corso di formazione specifica in medicina generale. «Il mio desiderio è sempre stato quello di diventare medica di famiglia – racconta la giovane professionista a Cronache Maceratesi – da quando sono abilitata ho sempre lavorato nelle cure primarie come sostituta dei medici di medicina generale e in continuità assistenziale». Lo scorso 1 novembre, nell’annuale assegnazione, Ilaria Rossiello ottiene la convenzione come medica di medicina generale a Montecosaro. Esattamente come per i nuovi camici bianchi, anche per la giovane specialista tolentinate, la comunicazione fuori dalle mura dello studio ambulatoriale, deve allargare i suoi confini sfruttando la potenzialità digitale. Deve essere semplice, diretta e comprensibile a tutti e soprattutto «in un momento delicato come quello che stiamo affrontando a causa del Covid-19 in cui le fake news dilagano e generano confusione – sottolinea – deve rispondere ai bisogni di conoscenza dei cittadini con informazioni corrette».
«In quelle settimane mi chiedevano ad esempio informazioni sul funzionamento del saturimetro, ma ero in maternità e potevo fare poco – racconta la medica – così ho deciso di registrare un video come guida all’utilizzo e di pubblicarlo perché percepivo la loro necessità di vedere per comprendere». Da quel momento, sollecitata dai suoi utenti a continuare, Rossiello utilizza questo canale social come mezzo di informazione non convenzionale per condividere consigli, dipanare dubbi e approfondire argomenti. Quali? «A seconda del momento o da ciò che mi chiedono in privato – risponde la dottoressa che è anche neomamma di un maschietto – dai pannolini lavabili ai vari tipi di test legati al Covid-19, dal vaccino antinfluenzale alla sana alimentazione».
rossiello_facebookNasce proprio da questi presupposti la sua pagina social: “Ilaria Rossiello, medica di famiglia”, quando nel marzo scorso, nel pieno della prima ondata della pandemia da covid-19 in preda allo smarrimento, in molti le sottoponevano dubbi e richieste.Ma le nuove tecnologie diventano fondamentali e strategiche soprattutto quando tra la distanza che separa il paziente e il personale medico si pone la necessità di un consulto, e in questo la pandemia in atto, ci ha dispensato una sonora lezione. Stiamo parlando della telemedicina, ovvero: l’erogazione di servizi di cura ed assistenza in cui la distanza è un fattore critico, attraverso l’impiego di tecnologie informatiche e di comunicazione per lo scambio di dati utili alla diagnosi e alla prevenzione di malattie e traumi nell’interesse della salute e della collettività. Ed è su questo argomento che la medica millennial pone l’accento: sulla necessità di una buona formazione a supporto della telemedicina e la sua successiva implementazione. «In una situazione come quella che stiamo affrontando  in cui l’emergenza ha imposto di limitare le occasioni di contagio è fondamentale- dice a Cronache Maceratesi- La utilizziamo già ma c’è bisogno di implementare la formazione su come si effettua un buon teleconsulto, perché il software di supporto decisionale necessita di un triage mirato per d ottenere risposte precise dal paziente al fine di elaborare una diagnosi corretta anche attraverso l’invio di foto o di una videochiamata».
La crisi sanitaria imposta dal Covid-19, ha evidenziato un sistema sanitario ancora troppo analogico sottolineando l’urgenza – al fine di garantire la continuità assistenziale sul territorio – a soluzioni digitali spesso già disponibili ma mai adottate. «Siamo nel 2020, abbiamo strumenti per ogni esigenza, non possiamo rimanere fermi al Paleolitico. E’ anacronistico visitare solo co un fonendoscopio. Il teleconsulto è impegnativo ma possibile – conclude la dottoressa Ilaria Rossiello – la telemedicina è importante anche perché riduce gli spostamenti e quindi l’inquinamento ambientale, azzera il tempo speso per le file ed ha pochissime limitazioni come le barriere linguistiche, se il paziente è non udente o molto banalmente se non c’è linea o la chiamata è effettuata da una terza persona».

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