Sarà uno dei primi medici delle Marche a ricevere il vaccino con il siero anti-Covid all’inizio di gennaio, subito dopo la giornata d’esordio, il V-day previsto per il 27 dicembre in Italia e in Europa. «Me lo hanno comunicato questa mattina ed è stato il più bel regalo di Natale. Non me l’aspettavo» racconta sorridente il pediatra Giuseppe Cicione. Il medico osimano, segretario della Fimp, la Federazione italiana medici pediatri della provincia di Ancona, e vice segretario della sezione regionale Marche, in questi giorni è stato impegnato a rassicurare tanti genitori preoccupati dalla notizia della ‘variante inglese’ del Covid 19, più contagiosa e più trasmissibile dai bambini, secondo l’Oms. «Si, l’Oms ipotizza una maggiore velocità nel contagio e tra i veicoli inserisce anche i bambini, gli adolescenti ed i giovani ma non ci sono riscontri clinici. – tiene subito a precisare il medico – Come tutti i pediatri, anche io continuo a fare sorveglianza sanitaria, tenendo alta la guardia ma preferirei aspettare le prove di laboratorio prima di pronunciarmi. Non basta solo l’allarme dell’Organizzazione mondiale della sanità, servono i dati scientifici di conferma. Siamo già tanto in ansia per il Covid 19, non vorrei in questo momento pensare a un Covid 20!» Il dato più recente, nell’analisi epidemiologica che riguarda Osimo, in particolare, è che tanti bambini (da 0 a 9 anni) in questi ultimi giorni sono a casa, in quarantena. Alla primaria ‘Marta Russo’ cinque alunni e tre insegnanti sono risultati positivi al Covid con tutte le conseguenze assunte dall’Ufficio di prevenzione dell’Asur. Da martedì hanno seguito le lezioni in modalità Dad anche tutti gli alunni delle medie ‘Caio Giulio Cesare’ di piazzale Bellini, non solo quelli della classe in quarantena per la segnalazioni di casi di positività,.
«Abbiamo ragioni sufficienti per ritenere che non siano però i bambini la fonte di contagio anche se purtroppo poi sono proprio loro che si ritrovano a non frequentare le scuole, un momento così importante nella loro vita. – osserva il pediatra – E’ più facile che un adulto infetti un bambino, piuttosto che il contrario. Spesso infatti sono i più piccoli, quelli che frequentano la scuola dell’infanzia, i nido o le prime classi delle Primarie (fino ai 9 anni), ad essere contagiati dai genitori. Per gli adolescenti invece è tutta un’altra storia. Consiglio ai genitori che non lo abbiano ancora fatto di sottoporre i più piccoli al vaccino influenzale. Abbiamo ancora dosi nei nostri studi, e, a mio giudizio, tra 3-4 settimane il virus dell’influenza comincerà a circolare. La vaccinazione anti-Covid invece in questa fase è ammessa solo per i ragazzi dai 16 anni in su». Adesso però c’è da superare la parentesi delle festività natalizie, breve ma insidiosa. La stagione invernale è più rischiosa per la diffusione del nuovo coronavirus anche perché tutti noi trascorriamo più tempo al chiuso. Le regole per un Natale senza Covid «sono semplici da mettere in pratica», ricorda il dottor Cicione.
Le MASCHERINE – «Vanno indossate sempre quando incontriamo persone con le quali non conviviamo o non frequentiamo, come le mani vanno lavate spesso con il sapone» sottolinea il pediatra osimano. E’ ovvio che i dispositivi di protezione devono essere indossati correttamente, naso incluso.
LE VISITE AI NONNI – La cosa migliore sarebbe quella di restarsene a casa per tutte le feste «evitando di fare visite ai nonni, la fascia più fragile della popolazione e quindi quella più a rischio – aggiunge Giuseppe Cicione – Penso a tutti quei ragazzini di 13 o 14 anni che escono con gli amici per fare la passeggiata, si aggregano e si abbassano spesso la mascherina per ridere e chiacchierare. Ecco, per loro sarebbe più opportuno salutare i nonni in video chiamata. Ma se proprio vogliono ricevere di persona il regalo di Natale, meglio rimanere a debita distanza fisica dai più anziani della famiglia se li si incontra in casa per una breve visita».
I RICAMBI D’ARIA NEGLI AMBIENTI DOMESTICI – «In questa situazione è fondamentale far cambiare spesso aria alle stanze perché il virus si diffonde nell’aria e il contagio avviene per via aerea. – sostiene Giuseppe Cicione – Cinquant’anni fa nelle nostre case c’era un microclima diverso: le temperature non superavano i 16-17 gradi e anche per questo motivo eravamo un po’ più magri. Oggi le temperature all’interno delle nostre abitazioni oscillano dai 20 ai 23 gradi. Ambienti così caldi non vanno tenuti chiusi a lungo. Durante la giornata vanno aperte più volte le finestre per far circolare aria nuova. E’ molto più facile che un anziano o un bambino si contagino in un ambiente caldo e chiuso piuttosto che in un ambiente più freddo e arieggiato»
A TAVOLA – Oltre a lavarsi le mani prima di sedersi a tavola, il consiglio migliore è quello di non invitare parenti, anche stretti, se sono si incontrano da molto tempo. «Comprendo che può essere difficile, soprattutto a Natale – ammette il medico – ma per quest’anno è meglio rinviare gli incontri ai prossimi mesi. Un potenziale aumento dei contagi si può evitare, ma dipende dai nostri comportamenti responsabili. Mi sarebbe piaciuto vivere in un’Italia dove non ci fosse la necessità di emanare Dpcm. dove il presidente del Consiglio dei Ministri, i governatori delle Regioni una volta chiarito il perimetro delle regole ai cittadini, vedessero come conseguenti i comportamenti dei singoli. C’è chi parla di terza ondata, ma non dimentichiamoci che la seconda ondata del Covid 19 è ancora in atto».
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati