di Marco Benedettelli
Si chiamano Foodbusters, gli Acchiappacibo i quindici volontari che anche questo Natale, e tutto l’anno, recuperano le eccedenze alimentari per poi ridistribuirle tra le mense sociali dove di quel cibo avanzato, che altrimenti andrebbe sprecato e gettato, c’è tanto bisogno. Da tra anni i Foodbusters, uniti in un’associazione con sede a Falconara Marittima, organizzano un’iniziativa ad hoc, pensata per recuperare il cibo non consumato dei banchetti e dei cenoni, “A Natale siamo tutti più buoni” il titolo. Il punto di raccolta per questa edizione è fissato all’ex Mercato coperto di Falconara Marittima, il 10 gennaio dalle 9 alle 19, quando chi vuole potrà lasciare ai volontari “acchiappacibo” panettoni, torroni, ogni sorta di alimento purché confezionato e totalmente integro e non scaduto. Pietanze che poi saranno distribuite alle mense Caritas di Jesi e Ancona, alla mensa San Vincenzo De Paoli di Senigallia e a quella dell’Accoglienza di Osimo. «Nella scorsa edizione di “A Natale siamo tutti più buoni” i punti di raccolta erano sia a Falconara che ad Ancona. Ma questo è l’anno del Covid e ci siamo dovuti organizzare in una sola struttura funzionale, sicura e distanziata, come l’ex Mercato coperto di Falconara – spiega il presidente degli Acchiappacibo, Diego Ciarloni – dopodiché saremo noi a sanificare le confezioni dei vari prodotti e a consegnarle fra le varie mense». Come nel celebre film anni 80 degli Acchiappafantasmi con Bill Murray, Dan Aykroyd e Harold Ramis, anche i Foodbusters di Falconara hanno le loro durissime e imprevedibili sfide da sostenere: «Ci manca un pulmino per organizzare il servizi di distribuzione e per spostarci dobbiamo fare affidamento sui nostri automezzi –spiega scherzosamente Ciarloni – Ma abbiamo una raccolta fondi proprio per acquistarlo come associazione Foodbusters Odv. I nostri sostenitori sono sicuro ci aiuteranno». Il 2020 non è stato un anno affatto facile nemmeno per i volontari di Falconara, il Covid e le sue conseguenze sociali si sono fatte sentire: «Le donazioni di cibo sono diminuite. Per Natale sappiamo già che non potremo contare su particolari eccedenze che possono venire da famiglie o da ristoranti, dove i cenoni saranno limitati e assenti, come è giusto che sia per la salute della comunità. In generale, durante il 2020 è venuta meno la collaborazione coi banchetti nuziali. Normalmente è da lì che riceviamo i pasti avanzati da ridistribuire. Ma di matrimoni se ne sono celebrati pochissimi e abbiamo raccolto solo un migliaio di porzioni, nel 2019 erano state dieci volte tanto». Ciarloni e gli altri volontari non si sono abbattuti e per affrontare l’emergenza hanno messo in piedi nuovi progetti promettenti, che potrebbero accrescere il volume delle raccolte. Come il sostegno d’una scuola di Marotta Mondolfo dove una professoressa e i suoi alunni si sono resi disponibili per recuperare eccedenze alimentari su tutta la provincia di Pesaro e Urbino. C’è poi in ballo anche una collaborazione con Acli Marche, qui i vari circoli potrebbero essere messi a disposizione come punti di raccolta. «Più le cose funzionano, più la raccolta è capillare e più mense sociali possiamo servire. È importante perché con la pandemia le richieste di pasti di senzatetto ed indigenti è, dati alla mano, sensibilmente aumentata. Il lavoro è tanto, fra chi si occupa dell’aspetto operativo, del progettuale e del burocratico. Io e mia moglie coordiniamo» racconta il presidente Ciarloni, a cui l’idea dei Foodbusters falconaresi si è accesa all’improvviso nel 2016 e da allora l’associazione è divenuta un punto di riferimento nazionale sul tema della raccolta e rigenerazione degli sprechi alimentari : «Allora lavoravo nella comunicazione e un giorno stavo intervistando una signora, ex malata oncologica e attiva in un’associazione per i malati oncologici. La signora in seguito alla sua malattia aveva perso il lavoro e viveva con una pensione sociale da 350 euro al mese. Io le domandai, “ma come fa a mangiare?” Lei mi rispose che la aiutavano i panettieri, gli ortolani, i macellai della sua città che portavano le loro eccedenze proprio alla sua associazione d’assistenza ai malati oncologici, affinché fossero distribuite fra chi ne aveva bisogno. In quel momento mi si è accesa una lampadina, “dobbiamo farlo anche noi e portare la pratica su larga scala!” Ho pensato. E lo abbiamo fatto».
Contro lo spreco alimentare arriva il furgoncino Foodbusters
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