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Marche a rischio arancione, Acquaroli:
«Il governo continua ad alzare l’asticella
Confrontiamoci ma non solo sui numeri»

COVID - Le preoccupazioni del governatore dopo la conferenza Stato Regioni: «Da una parte c'è la situazione sanitaria ma dall'altra c'è anche la consapevolezza dell'esasperazione e della difficoltà di tenuta del sistema socio-economico, già sottoposto ad una pressione prolungata»

Francesco Acquaroli

 

Le Marche rischiano seriamente di tornare in zona arancione, non perché sono cambiati significativamente i numeri ma perché sono cambiati i criteri di valutazione. Criteri illustrati questa mattina al governatore delle Marche Francesco Acquaroli (presente anche l’assessore alla Sanità Filippo Saltamartini) e ai suoi colleghi nel corso della Conferenza Stato Regioni. Il presidente della Regione ha chiesto una scelta chiara: «E’ inutile continuare ad alzare l’asticella, se l’obiettivo è chiudere, si chiuda e si producano i ristori necessari. Che senso ha continuare a cambiare i parametri?». 

«Ho definitivamente appreso che il criterio prevalente di valutazione per l’assegnazione del colore alle regioni non è più solo quello dell’indice RT – commenta Acquaroli in un post su Facebook – ma soprattutto quello della valutazione del “rischio”, e cioè in base allo stato di occupazione delle terapie intensive, delle strutture ospedaliere, alla stima dei focolai e altri fattori. Quindi non è bastato abbassare le soglie Rt per l’assegnazione delle fasce, ma hanno ritenuto di andare anche oltre. Questi continui e repentini cambi dei metodi di valutazione creano disorientamento. Dunque, di fatto, se anche le Marche domani avranno l’indice Rt sotto ad 1, rischiano seriamente di finire in fascia arancione». Queste sono le osservazioni che Acquaroli ha sottoposto all’attenzione delle altre Regioni e dei Ministri competenti. «Ho chiesto ancora una volta un confronto su scelte così impattanti per tutti noi. Anche perché, alla luce del voto favorevole in Parlamento avvenuto ieri dopo l’informativa del Ministro Speranza, potremo essere vincolati a queste restrizioni per lunghe settimane. Questo deve essere fin da subito chiaro a tutti. Deve anche essere chiaro che sono preoccupato per l’evolversi della pandemia e non voglio essere superficiale, per questo chiedo da settimane un confronto che non si basi solo sulla mera lettura dei numeri, che dicono tanto ma non raccontano tutto. Oltre a questa preoccupazione, c’è anche la consapevolezza dell’esasperazione e della difficoltà di tenuta del sistema socio-economico, già sottoposto ad una pressione prolungata. La salute e la sicurezza sono imprescindibili ma esse sono anche legate alle esigenze concrete della quotidianità. Spero che il Governo tenga conto di quanto richiesto, ora restiamo in attesa delle decisioni definitive».

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