Inizieranno ad essere organizzati oggi i trasferimenti di diversi pazienti non contagiati dalla Sars CoV2 dal reparto di Chirurgia dell’Inrca di Ancona a quello dell’Inrca di Osimo. La decisione di dislocare i degenti non dimissibili nel presidio osimano Ss. Benvenuto e Rocco sarebbe stata stata accelerata dopo la registrazione di un focolaio Covid in Geriatria nella struttura ospedaliera di via della Montagnola. In realtà era stata annunciata dalla direzione dell’istituto di cura e ricerca diverse settimane fa, tra i malumori delle organizzazioni sindacali del personale, e negli ultimi giorni è apparsa improcrastinabile. La curva dei contagi da Covid 19 non frena e anche l’Inrca di Ancona è sotto pressione per l’aumento dei ricoveri, 37 fino a ieri. Come altri ospedali delle Marche, è in sofferenza di posti letto dopo il surplus di pazienti positivi al Covid 19 registrato questa settimana.
Almeno 4-5 pazienti non contagiati dal nuovo coronavirus, per ora, hanno trovato spazio nei letti di Chirurgia a Osimo. «Ad Ancona devono restare più spazi possibili per i pazienti Covid, a tutela di tutti perché i percorsi devono restare separati. Siamo arrivati al limite della ricettività della palazzina Covid e in linea con il piano pandemico regionale non possiamo non passare a questa seconda fase attivando una ulteriore unità di degenza per pazienti Covid ad Ancona – spiega il dg dell’Inrca Ancona, Gianni Genga – Il numero dei ricoveri purtroppo continua a salire e siamo costretti ad aggregare la Chirurgia di Ancona in quella osimana. La Chirurgia del’Inrca è unica anche se opera su due sezione, è diretta da un unico primario, il dottor Gianfranco Boccoli, e da una sola equipe medica che lavora nelle due sedi. Siamo in costante contatto con l’assessore regionale Filippo Saltamartini con cui mi sono confrontato anche questa mattina e non possiamo esimerci dall’adottare modelli flessibili. Comprendo i disagi per i pazienti, per i loro familiari e anche per il personale del reparto ma in questa fase critica non è possibile fare altrimenti. La pressione nei pronto soccorso di pazienti ‘non Covid’ è nettamente superiore rispetto alle scorse settimane, forse anche per la stagione invernale, e non possiamo aggregare aree internistiche in Ancona che sono limitate per la logistica stessa dell’ospedale. All’ospedale di Osimo, per questa situazione, nelle stanze dell’ex Pneumologia-Medicina riattivereno spazi ‘non Covid’ per l’attività di supporto proprio del Pronto soccorso».
L’Inrca di Osimo, a differenza di quello di Ancona, non può, però, contare sul sostegno di tutte le discipline specialistiche. Di qui la preoccupazione già espressa dalle sigle sindacali, per i pazienti fragili che vi saranno trasferiti e per l’inevitabile rallentamento del calendario degli interventi chirurgici già programmati, anche in relazione alla carenza di anestesisti in servizio. «Abbiamo sperato fino alla fine di non dover attivare questo trasferimento – rimarca Genga – e se i parametri rientrassero e non dovesse servire più l’area Covid ad Ancona, torneremo subito al regime ordinario. Nei mesi scorsi è già successo di dover concentrare tutto nella Chirurgia di Osimo ma poi si è tornati alla normalità non appena la situazione ce lo ha permesso, con il riavvio della attività nelle due sezioni. Certo per i prossimi 15 giorni dovremo per forza rivedere e riprogrammare l’attività chirurgica dando priorità solo a quelle indifferibili. Speriamo per poco tempo. Sta anche partendo la campagna vaccinale e quindi siamo in una fase di potenziale svolta. Dobbiamo insomma essere fiduciosi. Per le urgenze e nei limiti compatibili faremo in modo di mantenere attiva ad Ancona anche l’attività del reparto di Piede Diabetico a supporto della Chirurgia. La situazione resta fluida e a distanza di un anno – ricorda il direttore generale dell’Inrca di Ancona – dall’inizio della pandemia continuiamo a lavorare in un regime di straordinarietà: abbiamo anche attivato la Residenza Dorica con 38 pazienti, l’Inrca di Fermo è ripartito come area Covid con 20 posti letto, stiamo cercando di gestire un totale di quasi 100 pazienti contagiati nella varie sedi marchigiane e non è facile».
Redazione CA
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