«Parole deliranti da stigmatizzare con forza che rievocano tragiche memorie del passato, pronunciate proprio nel Giorno della Memoria». Cgil, Cisl e Uil puntano il dito contro il capogruppo in Consiglio regionale di FdI Carlo Ciccioli, che l’altro giorno nel dibattito sull’aborto aveva parlato del pericolo di sostituzione etnica, scatenando un polverone. «In un momento tanto difficile, nel quale tutti sono chiamati a garantire il necessario senso di responsabilità – continuano i sindacati – giudichiamo gravissime, fuori luogo e preoccupanti le affermazioni che in questi giorni sono state pronunciate da rappresentanti istituzionali. Nel pieno di una pandemia, di una crisi sanitaria, economica e sociale è necessario poter contare su punti di riferimento sicuri, su testimonianze positive, su parole di sostegno ad un progetto comune nel quale la cultura della partecipazione e la diversità rappresentino una ricchezza e una risorsa e non un nemico da combattere. Sono a dir poco sconcertanti le dichiarazioni del capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, Carlo Ciccioli, che dopo ciò che ha affermato in sede istituzionale in merito all’aborto, ha ritenuto opportuno rincarare la dose sostenendo la tesi primatista del rischio di sostituzione etnica, accostando il tema della denatalità alla necessità di revisione della Legge 194. Peraltro il Consigliere Ciccioli farebbe bene a guardare i numeri, visto che il calo demografico colpisce, nelle Marche come nel resto del Paese, più i cittadini stranieri che quelli italiani. Forse bisognerebbe chiedersi quali sono davvero le cause di un fenomeno cosi complesso come la denatalità».
E nel mirino di Cgil, Cisl e Uil finisce anche la lettera del direttore dell’Ufficio scolastico regionale Marco Ugo Filisetti, già finito al centro di una bufera per le parole indirizzate il 4 novembre agli studenti, che per molti erano suonate come una sorta di chiamata alle armi (leggi l’articolo). «Filisetti – aggiungono i sindacati – sempre in merito alla Giorno della Memoria, non ha perso l’occasione per operare una revisione storica dei fatti. Nel ricordare il tragico sterminio del popolo ebraico, ha rimarcato anche la presenza nei campi di prigionia di militari italiani catturati dopo l’8 settembre del 1943, dimenticando invece che la drammatica operazione di internamento nei lager fu sistematicamente operata anche sugli oppositori politici al regime, sulle minoranze etniche e religiose, sugli omosessuali ed i disabili. Oltre a ciò, Filisetti denigra l’attualità definendo l’oggi come “il trionfo della trippa”…Uno scadimento di contenuti e di linguaggio di cui la collettività farebbe volentieri a meno».
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