«Mio padre si deve operare di ernia, aveva l’appuntamento con il chirurgo il 3 settembre, ma causa Covid tutto viene prorogato a data da destinarsi, nel frattempo mio padre peggiora, ma non è il tipo che si lamenta, da diversi mesi l’ernia gli esce 4-5 volte al giorno, e lui e deve rimettersela dentro da solo. Stanco del prorogarsi della situazione ieri mattina mi sono deciso a telefonare al 118 (ore 10.15), spiegando con dovizia di particolari la situazione. Mi dicono che hanno l’automedica è fuori e che non sa’ quando rientrerà, solo successivamente verranno a prenderlo». E’ iniziata così, ieri mattina, l’odissea sanitaria di un anziano di Loreto perché a servizio della Valmusone e di un bacino di utenza di circa 80mila abitanti, ogni giorno c’è una sola automedica che si divide tra i territori di Osimo, Loreto, Castelfidardo e tutti gli altri paesi dell’hinterland. Nelle ore diurne parte dalla postazione del 118 dell’ospedale di Osimo, in quelle serali e notturne dall’ospedale di Loreto. A raccontare la vicenda è il figlio del protagonista, l’ex consigliere comunale di Loreto, Paolo Serenelli che torna a invocare a gran voce il potenziamento del servizio di 118 per l’area a sud di Ancona.
«Alle 11.15, visto che l’automedica non si fa vedere, richiamo il 118, – prosegue la narrazione sui social media di Serenelli – hanno diverse emergenze e quindi non sanno ancora quando verranno. Il ragazzo gentile che mi risponde al telefono mi dice che avrebbe cambiato il codice di emergenza ed entro 20 minuti sarebbero venuti a prenderlo. Dopo 5-10 minuti vengo richiamato dal 118 che mi dice che hanno diverse emergenze e devono decidere a chi mandare l’automedica». Il tutto si risolve a mezzogiorno di ieri quando finalmente l’automedica arriva a casa del paziente e lo trasporta all’ospedale di Osimo.
«In primis ho pensato a quanto deve essere frustrante per chi risponde dalla centrale del 118 il dover decidere in autonomia “chi salvare e chi no” e che ogni errore di valutazione peserà nella sua coscienza. – commenta Paolo Serenelli – La cosa piu’ grave è come possa un territorio vasto come la Valmusone avere solo un’automedica operativa. Decenni di tagli alla sanità hanno portato a questa situazione. Ora la regione è guidata dal centro destra, ma su questo capitolo ancora nulla è cambiato. Ormai sono fuori dalla politica, nel mio piccolo ho lottato quando ero consigliere comunale, è sempre stato come andare contro dei mulini a vento. La politica negli ultimi decenni ha pensato solo a tagliare, i dirigenti sanitari prendevano premi a fine anno per il raggiungimento dell’obiettivo della riduzione dei costi. Ora in Regione ci sono nuovi attori, spero che la mia denuncia possa servire per accendere un faro nuovamente sui problemi sanitari della Valmusone».
Fusione Inrca-Osimo accordo fatto per il personale: gli operatori del 118 restano nell’Area Vasta 2
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