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Sequestro allevamento cani:
Patrizia Terzoni scrive alla Procura

TRECASTELLI - Secondo la deputata pentastellata, dopo il blitz dei Forestali, la situazione non sarebbe gestita adeguatamente: «Il 23 gennaio l'Asur ha proposto di disseminare tra i volontari cani ammalati di brucellosi, malattia pericolosa anche per l'uomo»

I carabinieri forestali pongono i sigilli sull’allevamento di cani a Trecastelli

 

 

Sequestro dell’allevamento di oltre 800 cani a Trecastelli, diversi dei quali malati di Brucella canis, la parlamentare marchigiana Patrizia Terzoni, (M5S) ha scritto alla Procura e alle istituzioni nazionali, ritenendo il comportamento dell’Asur «inqualificabile». «Il 23 gennaio ha proposto ufficialmente di disseminare tra i volontari cani ammalati di una malattia pericolosa per l’uomo, come comunicato da mesi dall’Istituto Zooprofilattico di Teramo in un dossier. – fa sapere il una nota la deputata pentastellata – Le strutture nazionali prendano in mano la situazione, questione che deve essere seguita per anni in maniera adeguata. Ora come stanno gli animali? Il comportamento dell’Asur nella vicenda del canile sequestrato a Trecastelli è letteralmente inconcepibile; con la sua proposta di distribuire cani positivi alla Brucellosi canina, una malattia trasmissibile all’uomo con effetti potenzialmente gravi, ha segnato a mio avviso il punto più basso della vicenda per quanto riguarda il comportamento degli enti coinvolti. Fortunatamente sia le associazioni di volontariato sia le istituzioni nazionali hanno fermato questo sciagurato tentativo che rischiava di tradursi nella disseminazione della malattia in cani di mezza Italia. Dopo aver già presentato un’interrogazione parlamentare, studiato alcuni atti che mi sono pervenuti e interloquito con dirigenti ministeriali e amministratori, ho deciso di scrivere al procuratore capo di Ancona, al Ministero della Salute e alla Protezione Civile nazionale perché serve una svolta nella gestione dei cani, sia per il loro benessere sia per evitare guai maggiori»

La Terzoni ritiene che la situazione non sia stata gestita adeguatamente. «Anche successivamente alcuni organi competenti, in particolare l’Asur, con un comportamento ondivago e con proposte del tutto fuori luogo, stanno aggiungendo ulteriore confusione e incertezza. Non si può non citare la lettera del 23 gennai scorso con la quale l’Asur proponeva addirittura di distribuire cani positivi (l’Asur ipotizzava un’uscita dalla struttura di 141 cani ndr) a volontari sparsi sul territorio, quando da mesi è noto il documento dell’Izs di Teramo con la quale si descrivono con minuzia di particolari i potenziali effetti sulla salute umana della zoonosi.- prosegue la parlamentare – Scrive l’Izs di Teramo”I sintomi dell’infezione da B. canis nell’uomo sono generalmente simili a quelli della brucellosi causata dalle altre specie di Brucella (e.g. B. abortus o B. melitensis) (USDA, 2015). I sintomi sono spesso aspecifici e possono includere uno o più dei seguenti: febbre (spesso periodica e notturna), affaticamento, mal di testa, debolezza, malessere generale, nausea, brividi, sudorazione, dimagramento, epatomegalia, splenomegalia e linfadenopatia (Swenson et al., 1972; USDA, 2015). Le complicazioni, peraltro rare, possono essere rappresentate da endocardite, meningite, artrite e ascessi viscerali (Carmichael, 2012). Sebbene ci siano in letteratura segnalazioni per le quali il decorso della malattia sarebbe comunque meno grave se paragonato all’infezione determinata dalle specie “classiche” del genere Brucella (Swenson et al., 1972; Polt et al., 1982), sono state tuttavia descritte anche manifestazioni gravi. Queste includono artrite settica, vegetazioni sulla valvola aortica, osteomielite, ascesso epidurale, versamento pleurico, lesioni orali, aneurismi degli arti inferiori e endocardite con coltura negativa (NASPHV, 2012).“».

Patrizia Terzoni accenna anche ai provvedimenti sulla sanificazione delle strutture che dovrebbero accogliere questi animali. «Per non parlare poi delle questioni connesse alla gestione delle sanificazioni delle strutture, – aggiunge – del potenziale rischio di diffusione, anzi, disseminazione (attiva!) della malattia, degli obblighi connessi ad una gestione adeguata dei rifiuti a rischio infettivo (rifiuti speciali pericolosi) prodotti dagli animali, della necessità di assicurare una continua sorveglianza epidemiologica, ampliata, tra l’altro, agli animali usciti da quel canile negli ultimi anni e potenzialmente infetti (sarebbe in tale senso utile conoscere quanti e quali animali sono stati rintracciati e testati, anche per assicurare che non vi sia stata trasmissione a persone)». «Se fosse stato dato seguito alla proposta avremmo rischiato una vera e propria catastrofe sanitaria. Fortunatamente sono intervenuti altri soggetti istituzionali e le stesse associazioni di volontariato a fermare questa scriteriata proposta dell’Asur. Paradossalmente le associazioni hanno dovuto anche precisare in maniera stizzita le voci, raccolte dalla stampa, propalate in maniera del tutto scomposta, che fossero le associazioni a non voler più collaborare per la risoluzione dei problemi. Praticamente l’esatto opposto di quanto avvenuto, con i volontari che, pur mettendo in campo la propria generosità, avevano giustamente chiesto chiarezza su ruoli, rischi e responsabilità. A segnare lo stato di confusione l’Asur due giorni dopo il 25 gennaio 2021 con la nota 13893/2021 ha chiesto a vari soggetti istituzionali (compreso il presidente del Consiglio Regionale delle Marche, un organo legislativo) di avere entro due giorni gli indirizzi delle strutture in cui portare gli animali».

Una situazione che dovrà impegnare le strutture pubbliche per mesi se non per anni, essendo difficile la totale regressione della malattia in tutti gli animali. «Ritengo che ruoli, responsabilità e risorse dedicate, sia in ordine di uomini che di mezzi e di risorse economiche, debbano essere precisati quanto prima e assicurati, anche per garantire i diritti degli animali e tranquillizzare le migliaia di cittadini che in questi giorni stanno esprimendo la loro preoccupazione per le sorti dei cani. -conclude la Terzoni -In considerazione dello stato in cui pare versare l’Asur, qualora le criticità che traspaiono dalle note che ho qui richiamato non siano state risolte efficacemente, nel senso di assicurare un’adeguata gestione della situazione non solo nell’immediato ma anche per gli anni a venire, auspico che le strutture nazionali, con la sorveglianza assicurata dall’Autorità giudiziaria, possano prendere in mano la situazione garantendo quell’assistenza, quel supporto e quel coordinamento assolutamente necessario per risolvere tutte le questioni aperte. Non nego che anch’io, così come tanti cittadini che in questi giorni mi stanno contattando, vorrei avere nel frattempo rassicurazioni sull’attuale stato degli animali e se essi siano almeno stati stabulati in maniera consona e se le operazioni di sterilizzazione, sanificazione ecc siano concluse».

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