Per l’assessore regionale Stefano Aguzzi non è stata valida la votazione del nuovo Piano d’Ambito e gestione dei rifiuti dell’Ato2. Il sindaco di Fabriano, Gabriele Santarelli, ha chiesto le dimissioni del presidente dell’Ata, l’assessore del Comune di Falconara, Clementi Rossi, la sostituzione del management. «Rimaniamo stupiti e non comprendiamo l’ennesima polemica nei confronti della costituzione del soggetto unico di gestione dei rifiuti. Da ultimo il Comune di Falconara, pochi giorni fa il Comune di Fabriano e prima ancora all’assessore regionale con la delega ai rifiuti. Ciò che non riusciamo a capire, non è tanto il fatto che ci siano pareri contrari, sicuramente legittimi, quanto quale sia il vero obiettivo. Il lavoro fatto in questi lunghi anni mirava – e mira tuttora – a costituire un soggetto provinciale pubblico che gestisca il ciclo integrato dei rifiuti». Sono le parole di Giorgio Andreani, segretario regionale della Uil Trasporti Marche, rispetto alle polemiche degli ultimi giorni sull’Ata di Ancona. «Questo servirebbe ad avere una gestione pubblica vera e a mantenere le risorse economiche sul territorio, a beneficio dei cittadini – aggiunge Andreani – Sono troppi i dubbi legati a una gestione privata in termini di qualità del servizio reso e dal punto di vista del lavoro e dei lavoratori: nel settore spesso registriamo precarietà e condizioni molto distanti rispetto a quello che invece ci si aspetterebbe. Dunque il progetto di una gestione pubblica oculata dovrebbe essere in realtà l’obbiettivo verso il quale tutti dovrebbero confluire perché, attraverso un ciclo integrato e virtuoso della gestione dei rifiuti, c’è un beneficio per tutti, collettività e territorio. Se ci sono problemi amministrativi o burocratici vorremmo che fossero risolti». «Non vorremmo – conclude – che alla base di tutto ci siano interessi di bottega che non corrispondono certo all’interesse più alto della comunità e del territorio. Non possiamo immolare ancora una volta gli interessi collettivi sull’altare di meri interessi soggettivi. Quanto sta accadendo ci preoccupa non poco non solo per le forti polemiche in atto, ma anche perché constatiamo fortissimi malumori tra i lavoratori del settore che giustamente non solo non comprendono il perché la politica non trovi la via maestra per lavorare per il bene comune, ma altresì si sentono completamente tagliati fuori dal dibattito e non considerati come invece dovrebbero essere».
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