di Sandro Renzi
Spariscono le zone gialle dal 15 marzo al 2 aprile e tutta l’Italia, con la sola eccezione della Sardegna bianca, finisce in zona arancione o rossa in base ai dati settimanali sul contagio. L’attesa stretta è arrivata questa mattina dal Consiglio dei Ministri che ha approvato il decreto legge destinato a sostituire il Dpcm firmato da Draghi il 2 marzo. Le nuove misure scatteranno lunedì 15 e resteranno in vigore fino al 6 aprile. La prima novità è l’istituzione di un lockdown generalizzato per le festività di Pasqua quando sarà consentito, in via eccezionale, fare visita a parenti o amici anche fuori dal Comune di residenza. Ma in rosso si finirà pure automaticamente con una incidenza settimanale superiore a 250 casi per 100 mila abitanti, utilizzando i numeri della settimana precedente. Molto probabile che da lunedì saranno dodici le Regioni sottoposte alle misure più pesanti previste dal decreto.
Poteri di intervento rafforzato vengono riconosciuti ai Presidenti delle Regioni e delle Province autonome che potranno istituire zone rosse o adottare provvedimenti più rigidi nei territori in cui l’incidenza cumulativa settimanale dei contagi fosse superiore a 250 casi ogni 100.000 abitanti oppure “nelle aree in cui la circolazione di varianti determina alto rischio di diffusività o induce malattia grave”. Si tratta peraltro di una possibilità che già è stata sfruttata da Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria. Cosa si potrà quindi fare e cosa no finendo in una delle due zone previste? Gli spostamenti in zona area arancione sono consentiti in ambito comunale e verso una sola abitazione privata diversa una volta al giorno, in un arco temporale compreso fra le ore 5 e le ore 22, quando viene meno il coprifuoco. Il limite massimo è di due persone oltre a quelle conviventi ed i minori di 14 anni non si contano. Questi spostamenti non sono consentiti in zona rossa. Nelle giornate del 3, 4 e 5 aprile, sull’intero territorio nazionale, salvo le aree in zona bianca, si applicano le regole della zona rossa. All’interno delle regioni ci si può spostare rispettando le regole previste per le zone arancioni. Si tratta di una deroga, in sostanza. Stop in zona rossa anche alla ristorazione. Ammessi l’asporto e la consegna a domicilio. Chiudono i negozi non essenziali e le scuole di ogni ordine e grado. E ancora i servizi alla persona: parrucchieri, barbieri e centri estetici. Non si può uscire di casa se non per andare a fare la spesa, buttare la spazzatura, andare a correre, portare fuori il cane nei pressi della propria abitazione, raggiungere il luogo di culto più vicino a casa, ad esempio. Non si può uscire dal proprio comune o dalla propria regione se non per lavoro, urgenza o salute.
Tra queste eccezioni restano sempre valide quelle relative all’assistenza a persone anziane non autosufficienti o figli minori. Per muoversi da casa è obbligatoria l’autocertificazione, preferibilmente da stampare e compilare. Aperti invece gli alimentari, farmacie, elettronica, ferramenta, edicole, profumerie, tabaccai, giocattolai e vivai. Mercati e centri commerciali chiusi anche nei giorni feriali ma i negozi essenziali al loro interno possono restare aperti.
Il Consiglio dei Ministri ha dato inoltre il via libera all’anticipo dei congedi parentali (al 50% per i figli sotto ai 14 anni) retroattivi al 1 gennaio e dei bonus babysitter (100 euro alla settimana) ma per i lavoratori autonomi o del settore sanitario. Il fondo stanziato è di 290 milioni di euro. I congedi non saranno retribuiti per i figli di età compresa tra i 14 ed i 16 anni.
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