di Federica Serfilippi (foto di Giusy Marinelli)
Ulteriori posti letto per ricoverare i pazienti positivi e una Tac esterna riservata al percorso Covid. Sono queste le soluzioni adottate dall’ospedale di Torrette per far fronte all’emergenza pandemica. La Tac, a 64 strati, entrerà in funzione questo pomeriggio ed è stata collocata in un container posizionato nel piazzale antistante il pronto soccorso. Sarà riservata ai pazienti Covid per lasciare ‘intatta’ l’altra Tac, funzionale ai degenti che non hanno contratto il virus. Funzionerà H24. L’azienda ha noleggiato l’apparecchio per tre mesi, fino al 7 giugno, a un costo complessivo di quasi 183mila euro. Nel frattempo, è stata decisa una rimodulazione della gestione degli spazi: saranno una trentina i posti letto in più per ricoverare i pazienti Covid. Aree ulteriori verranno ricavate nelle sale operatorie e al quinto piano dell’ospedale, occupato dal reparto di Pneumologia. Deciso anche l’allargamento dell’area Cov-4 con una delibera pubblicata la scorsa settimana (leggi l’articolo).
«La manovra settimanale per far fronte all’onda montante che abbiamo visto in questi giorni è la trasformazione di alcune aree dell’ospedale in area Covid» ha detto il direttore generale degli Ospedale Riuniti Michele Caporossi. «Sabato notte, quando di fronte al pronto soccorso stazionavano quattro ambulanze in fila, in tempi record e con 5 ore di lavoro siamo riusciti ad aprire quattro postazioni di terapia intensiva e sub in una sala operatoria, la numero 18. Oggi arriveremo ad avere altre tre sale dedicate ai pazienti Covid. Complessivamente avremo 10 posti in più» ha continuato il dg. In aggiunta, ci saranno anche gli spazi ricavati al quinto piano, dove insiste Pneumologia: «Ci saranno tra gli 8 e 12 posti letto di terapia sub intensiva. In questa fase, abbiamo visto che il problema è proprio legato agli spazi sub intensivi». Per quanto riguarda le criticità riscontrate sul finire della settimana scorsa, con il sovraffollamento del pronto soccorso e le ambulanze in fila per ore in attesa del ricovero dei pazienti: «Ci sono state delle attese, è vero, ma non si sono mai verificate delle rotture di carico tra l’ospedale, il 118 e l’Asur. Viaggiamo in stretto coordinamento e con un sistema maggiormente collaudato rispetto alla prima ondata». E ancora: «Nonostante l’emergenza, non possiamo interrompere le attività core di secondo livello, dobbiamo far fronte a tutto. La complessità di questa fase, rispetto alla prima, è che ora dobbiamo far fronte ai pazienti Covid e, allo stesso tempo, alle persone che arrivano con traumi (sinistri stradali o da lavoro) e altre patologie».
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