«Il Consiglio di Stato ha accolto la richiesta di rinvio formulata dal Comune di Fabriano congiuntamente alla Regione Marche e all’Asur. E’ solo il primo importante passo di un percorso che sarà lungo e difficile ma che ci consente di ricominciare a sperare». E’ stato il sindaco di Fabriano, Gabriele Santarelli, oggi pomeriggio a dare la buona notizia. In attesa di valutare come e quando riaprire il punto nascita dell’ospedale ‘Profili’, a servizio della zona montana, era stata la stessa amministrazione regionale a guida centrodestra a sollecitare la richiesta di rinvio dell’udienza in Consiglio di Stato chiamato dal Comune di Fabriano a pronunciarsi sulla sentenza del Tar Marche che nel 2019 ha legittimato la decisione dell’Asur e della Regione Marche (al tempo governata dal centrosinistra) di chiudere la sala parto dell’ospedale di Fabriano perché non rispettava lo standard di legge dei 500 parti annui. A nulla erano valse le richieste dei sindaci dell’area montana di rinviare la decisione come prevedeva il blocco dei tagli sanitari nelle località inserite nel cratere sismico 2016, tra le quali rientra anche Fabriano, e a causa di una rete viaria interpuntata da cantieri e che non garantisce a tuttìoggi collegamenti agevoli dall’entroterra alle altre città della provincia di Ancona. Tutte argomentazioni riprese e contenute nel ricorso di appello in Consiglio di Stato che impugna quella sentenza del Tar di Ancona. «Lasciatemi solo dire che nessuno a questo punto potrà più dire che la scelta di chiusura del reparto non era strettamente una volontà della regione che nulla ha fatto per evitarlo nonostante ne avesse le possibilità come ho sempre sostenuto e strenuamente provato a spiegare ricevendo in cambio minacce di querele dall’ex presidente di Regione e accuse di immobilismo e inadeguatezza da parte delle opposizioni in comune.- sottolinea oggi il sindaco Santarelli – Sarebbe stato molto più semplice evitare la chiusura che non dover affrontare ora il percorso per la riapertura. Anche su questo tema si sono sprecate speculazioni politiche, attacchi frontali e narrazioni fasulle da parte di chi ha dimostrato come sempre di avere più a cuore la difesa dell’appartenenza politica che non gli interessi della comunità. Ora andiamo avanti».
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