di Federica Nardi
Alle Marche sono arrivate 242.030 dosi di vaccino e ne sono state somministrate 202.176, con un volume di produzione (un termine un po’ industriale, ma che rende l’idea del lavoro nei punti vaccinali), dell’83,5%. «Siamo sopra anche al Lazio e alla Toscana», dice a Cronache Filippo Saltamartini, assessore regionale alla Sanità, dati di giornata alla mano. La campagna vaccinale è un tema caldissimo nella settimana peggiore per le Marche dall’inizio della pandemia. La curva dei contagi è in discesa ma molto lentamente, nonostante la zona rossa regionale e la pressione sugli ospedali è davvero preoccupante, considerato che il personale è al limite e i posti letto anche. A questo si aggiunge un’età media di chi viene ricoverato sempre più bassa, per cui basta un attimo a scatenare un polverone. Com’è successo appunto in tema vaccini, con informazioni contrastanti arrivate, ad esempio, sulla paventata priorità di vaccinazione agli ordini professionali. Romano Carancini, consigliere regionale del Pd e avvocato, ha criticato la Giunta con un post al vetriolo, accusando la Regione di fare figli e figliastri nella campagna vaccinale, con l’aggravante della classe sociale (della serie, prima gli ordini professionali e poi gli altri, alla faccia delle categorie fragili). Ma così, assicura Saltamartini, non è. Anche perché il piano vaccinale, ricorda l’assessore rispondendo all’intervento di oggi su Cronache del medico in pensione Claudio Maria Maffei (leggi l’articolo), «non lo decide la Regione ma il Governo e il commissario. A me sembra che Maffei non parli da medico ma da esponente politico di sinistra».
Partiamo dall’inizio, cioè da queste ultime settimane di marzo. Assessore, i vaccini che ci arrivano dal commissario sono pochi?
«Chiariamo una cosa, a noi non arrivano meno vaccini. Le dosi arrivano in base al target che si deve vaccinare. Per cui ad esempio chi ha più anziani, nel target over 80, ricevere più vaccini di Regioni che ne hanno di meno. Gli over 80 nelle Marche sono 133mila e siamo arrivati a vaccinarne 81mila. Più i 6mila vaccinati nelle case di riposo, quindi 86mila. Entro marzo vogliamo vaccinari tutti gli over 80 che possono recarsi nei punti vaccinali. Contestualmente abbiamo iniziato con la categorie fragili, che hanno un sottogruppo di persone estremamente vulnerabili, che sono individuate da una tabella ministeriale».
Quanti ne avete vaccinati?
«Al momento 1.600. Sono pochi, perché serve il vaccino Pfizer e non ce n’è abbastanza».
E i vaccini che tenete in giacenza? A che cosa servono?
«Abbiamo 40mila vaccini in giacenza. Una parte sono riserve per chi ha fatto la prima dose e deve fare la seconda. Un’altra parte sono Astrazeneca per i target insegnanti, polizie, soccorso pubblico e protezione civile. Il governo ha detto completate quelli e poi la vaccinazione proseguirà non in base alle categorie ma in base alle fasce d’età».
Quindi gli avvocati non saranno vaccinati prima delle persone fragili?
«Non si aggiungono altre categorie. C’è un ordine che abbiamo scelto di tenere, in altre Regioni hanno fatto diversamente. Noi prima dobbiamo tenere i vaccini per le categorie già individuate».
Qual è il cronoprogramma della distribuzione? Cosa risponde a chi critica il piano vaccinale?
«Il piano di vaccinazione non è regionale, è nazionale. C’è un commissario che decide, un piano approvato dal Governo e dalla conferenza Stato-Regioni, con decisione assunta all’unanimità. Noi eseguiamo quel piano sulla base dei vaccini che ci vengono trasmessi. Per quanto riguarda la distribuzione ad aprile arriveranno 210mila dosi per 100mila persone. Dobbiamo vaccinare: gli over 80 a domicilio, con i medici di famiglia che ancora non operano perché non ci sono vaccini. E sono circa 33mila. Degli estremamente vulnerabili dobbiamo vaccinarne 117mila. Anche se il target complessivo è 250mila».
Insomma, non basteranno i vaccini nemmeno per queste categorie. A quando la fascia 70-80?
«No, così non bastano. I 70-80 sono previsti immediatamente dopo i fragili. Penso che potremo aprire lo slot di prenotazione ad aprile ma andremo a rilento perché, appunto, i vaccini non ci sono. Il premier Draghi ha detto che li sta cercando. Se ce li mandano saremo in grado di vaccinare».
E la famosa vaccinazione di massa?
«Nel piano del governo tra aprile, maggio e giugno dovrebbero arrivare 1 milione di vaccini, copriranno circa 500mila persone. A quel punto se abbiamo coperto le categorie over 80, fragili ecc, ci occuperemo dei 70-80. Solo a seguire le categorie professionali, le fabbriche e i luoghi di lavoro».
Quando accadrà?
«Probabilmente a giugno, per essere ottimisti».
In questi giorni, soprattutto dopo lo stop and go di AstraZeneca, si segnalano diverse rinunce al vaccino. È un fenomeno diffuso?
«Va a macchia di leopardo. Ma mi sento di dire questo: chi rinuncia al vaccino, rinuncia a un’opportunità. Con il livello che abbiamo adesso di ospedalizzazione, invito tutti a valutare bene il da farsi».
Ma chi prende il posto di chi non vuole vaccinarsi in lista?
«Nelle Marche non ci sono fenomeni di overbooking, abbiamo sempre una lista di riserva ma della stessa categoria target. Per garantire le priorità».
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