«Siamo molto preoccupati della mancanza di trasparenza sulla vicenda che vede coinvolto il direttore commerciale di Astea Energia spa, che ha autorizzato il pagamento di 600mila euto a un intermediario per l’acquisto di un’azienda in Ungheria, poi rivelatasi una truffa». Anche Progetto Osimo Futura, movimento di minoranza in Consiglio comunale di Osimo esige che venga fatta la massima chiarezza sull’operazione «innanzitutto perché Astea Energia spa è una società partecipata al 24% da Astea spa (quindi dal Comune di Osimo e da altri Comuni vicini) e soprattutto per tutte quelle famiglie che periodicamente pagano le bollette di luce e gas non certo economiche. Astea Energia e Astea spa hanno assicurato che la cifra verrà recuperata. Staremo a vedere, ma c’è da star tranquilli? A noi sembra proprio di no, la situazione non è affatto chiara e, in attesa che le indagini facciano il loro corso, ci sorgono domande molto inquietanti».
Progetto Osimo Futura le enuncia tutte: «Il CdA di Astea Energia spa può delegare le sue attribuzioni solo ai suoi componenti e non a terzi: perché alcune sono state conferite al direttore generale? Il direttore generale può concludere contratti di agenzia, stabilendone i termini e le condizioni e firmando i documenti necessari al loro perfezionamento, nei limiti di euro 25mila per ogni singolo contratto: come mai ha autorizzato un pagamento di 600mila euro? Il CdA in quanto suo dovere ha verificato se il direttore ha compiuto altre operazioni eccedendo i limiti di spesa concessi? L’acquisto di una partecipazione, con una commissione di 600mila euro, difficilmente può considerarsi un atto di ordinaria amministrazione: c’è quantomeno una delibera del CdA che ha avallato tale acquisto? L’acquisizione di un’azienda in est Europa rientrava nel piano strategico di Astea Energia? E per quali ragioni? Astea spa, tramite i consiglieri di amministrazione da lei designati, era al corrente di questa operazione?» Progetto Osimo Futura si chiede inoltre se il direttore, abbia agito «al di fuori di quanto legittimato a fare. Il CdA non doveva forse prendere provvedimenti nei suoi confronti? Oltretutto, esistono tre amministratori delegati (di espressione del socio di maggioranza Sgr Rimini), due dei quali possono fare la stessa cosa ma senza limiti di importo. Perché dunque attribuire deleghe anche al direttore?»
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