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Rifiuti: il sindaco di Osimo spinge
per la gestione ‘in house’,
Jesi, Fabriano e Falconara per la gara

ATO 2 - Il dibattito è ancora aperto sulla formula per attuare la gestione unica nell’ambito dell’Ato2. Simone Pugnaloni teme che l’arrivo del privato metta in pericolo i posti di lavoro delle maestranze delle società pubbliche di settore, Stefania Signorini, Massimo Bacci, Gabriele Santarelli ed i colleghi dei Comuni di Monte San Vito, Mergo, Serra San Quirico, Genga, Camerata Picena replicano che «la sua narrazione è pericolosa e irresponsabile». Convocata per l'8 aprile l’assemblea Ata

foto d’archivio

 

 

Tarda ad arrivare  a compimento il progetto di gestione unica provinciale dei rifiuti in capo all’Ata: Falconara (sulla stessa linea Jesi, Fabriano e altri Comuni della provincia di Ancona) chiede di mandare a gara per l’affidamento del servizio di raccolta, spazzamento e trasporto rifiuti in scadenza il prossimo 31 dicembre piuttosto che puntare sull’ in-house providing in assenza del Piano d’Ambito. Osimo, insiste per la gestione in house. Sulla questione le liste civiche della maggioranza in quota centrodestra di Falconara hanno anche presentato una mozione consiliare che propone di bandire nei prossimi mesi una gara con la finalità anche di poter verificare sul mercato la possibilità di migliorare le condizioni tariffarie a favore dei cittadini e degli operatori economici. Nella stessa mozione viene rimarcato il no al biodigestore proposto dal Comune di Ancona alle Saline al confine con Castelferretti

il sindaco Simone Pugnaloni

Il sindaco di Osimo, Simone Pugnaloni (Pd) che al contrario propone di opzionare la formula dell’in house providing, si preoccupa invece della tutela delle maestranze della società pubbliche che gestiscono lo smaltimento dei rifiuti. «Giu’ le mani pero’ da chi con famiglia a carico e mutui da pagare ha superato una selezione pubblica e vinto un concorso per lavorare nel pubblico o in societa’ con capitale interamente pubblico. – scrove in un post il primo cittadino osimano – Il privato è un’altra cosa. Nel privato o ci si inizia a lavorare all’inizio oppure non si puo’ pretendere da sindaci di stravolgere la vita dei propri concittadini abituati a lavorare con Anconambiente, Astea, Cam oggi Marche multiservizi e Jesi servizi. La tutela delle maestranze per noi sindaci è priorita’».

La sindaca di Falconara Stefania Signorini

Pugnaloni pertanto si dice pronto ad incontrare la sindaca di Falconara, Stefania Signorini, il sindaco Massimo Bacci di Jesi (centrodestra) e quello di Fabriano, Gabriele Santarelli (M5S) «per trovare la soluzione migliore per correggere e migliorare l’affidamento in house. – sottolinea – L’in house providing garantisce una gestione capace di ascoltare la classe politica ed il territorio con interventi professionali e tempestivi a vantaggio delle propeie comunita’ , esiste quel filo diretto tra gestore e sindaci che ci permette di trasformare le esigenze del territorio in fatti concreti. Il privato quando vince una gara si dimentica di noi, puo’ promuovere per vincere tra tanti concorrenti una scontistica importante, ma poi gestisce a modo suo in maniera integerrima rispetto al capitolato di gara. L’appello ai Sindaci contrari all’inhouse providing, non correte troppo, per fare battaglie che sembrano piu’ orientate alla distinzione centro sinistra-centro destra, troviamo insieme la strada giusta subito, incontriamoci»

Il sindaco Massimo Bacci

La replica di gruppo alle dichiarazioni del primo cittadino di Osimo, arriva da 8 Comuni dell’Ato2 che fanno muro contro l’affidamento in house della gestione del ciclo dei rifiuti. In una nota scritta a più mani dai primi cittadini di Fabriano, Jesi, Falconara, Monte San Vito, Mergo, Serra San Quirico, Genga, Camerata Picena. «La narrazione portata avanti da Pugnaloni secondo la quale ci sarebbero sindaci contrari a un gestore pubblico del servizio rifiuti è falsa e strumentale. – esordiscono in una nota congiunta – Chi continua a diffondere questa ricostruzione lo fa con il solo intento di nascondere il proprio fallimento e di spostare l’attenzione dal vero problema che consiste nel non aver voluto ascoltare chi da anni chiede che nell’iter di individuazione del gestore unico venga rispettata la normativa. Anche il Consiglio di Stato nel 2018 si è espresso in tal senso chiarendo che l’affidamento a una società in house deve passare obbligatoriamente attraverso uno studio comparativo che dimostri in maniera inequivocabile che tale scelta sia la più efficace, efficiente ed economica. Tale studio non è mai stato fatto e la differenza non sta nell’essere a favore o contrari alla gestione pubblica ma sta nel voler perseguire una strada che porterà a perdere l’ennesimo ricorso o fare le cose nella maniera corretta nell’interesse soprattutto dei cittadini. Tutti i sindaci si sono già espressi attraverso un voto in assemblea dichiarandosi favorevoli alla gestione pubblica. Alcuni sindaci considerano tale indicazione in dogma, altri invece sono consapevoli che a questa indicazione di massima debbano seguire approfondimenti in grado di dimostrare che sia la scelta migliore. E’ ora di finirla anche con il tentativo di spostare il problema sul piano degli schieramenti politici chiamando in causa solo pochi comuni».

Il sindaco di Fabriano Gabriele Santarelli

I sindaci delle 8 città ricordano inoltre che nella votazione per l’adozione del piano d’ambito, dichiarata illegittima anche dalla Regione, «solo 25 sindaci su 42 si sono espressi in maniera favorevole. E’ chiaro che nell’Assemblea sia stata provocata una vera e propria spaccatura la cui piena responsabilità è individuabile in chi, Presidente e Direttore, non ha saputo fare lavoro di sintesi e di raccordo ascoltando tutti i Sindaci, ciascuno dei quali, ricordiamo, è chiamato a tutelare innanzitutto la propria comunità, e non ha saputo dare risposte credibili alle osservazioni e alle perplessità più volte rappresentate da un numero sempre maggiore di componenti dell’Assemblea. Minacciare poi ogni volta la sollevazione dei dipendenti delle società che attualmente svolgono il servizio è un atteggiamento non solo infantile ma profondamente pericoloso e da irresponsabili per il quale ciascuno si assumerà la propria responsabilità. Quello che molti comuni chiedono è semplicemente di poter interrompere il ricorso a continue e reiterate proroghe dei contratti in essere, che la normativa non consente e verso le quali gli organi di controllo sono particolarmente attenti e sensibili, per poter procedere con nuovi affidamenti che consentano di affrontare in maniera più serena il percorso necessario che è ancora molto lungo e richiederà altri anni».

Luigi Cerioni

Intanto il presidente dell’Ata dell’Ato2, Luigi Cerioni, comunica che è stata convocata l’assemblea dell’Ata per giovedì 8 aprile avente all’ordine del giorno le linee sulla forma di gestione integrata dei rifiuti con la scadenza dei contratti in proroga e l’adozione del piano D’Ambito con il Rapporto Ambientale e la Sintesi non Tecnica. In quella sede il Presidente Cerioni relazionerà sui punti all’ordine del giorno e sempre in argomento sui punti apparsi recentemente sui quotidiani e sui social.



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