di Alessandra Pierini
«Siamo sotto ai 250 contagi su 100mila persone, se è questo il dato che verrà usato la prossima settimana potremmo essere in zona arancione. Dobbiamo comunque attendere la classificazione ufficiale. Nonostante questo i dati sono ancora alti, il virus gira e bisogna stare molto attenti». Il presidente della Regione Francesco Acquaroli da una parte guarda con fiducia alla classificazione da domani, dall’altra non nasconde la preoccupazione per la situazione ancora complicata. Oggi il numero dei casi di contagio è tornato in tendenza con i giorni precedenti, dopo che il dato di ieri aveva allarmato un po’ tutti, compreso il governatore che aveva paventato la zona rossa certa per la prossima settimana. «Nel calcolo del dato di ieri si era verificata una anomalia, riscontrata nel pomeriggio. Si è trattato di un errore tecnico. Ma questo non vuol dire che il dato di ieri non fosse comunque alto».
Il Servizio sanità nel consueto bollettino giornaliero dei nuovi contagi, infatti, aveva comunicato ben 807 nuovi casi di cui 81 sintomatici. Il dato corretto invece è di 650 positivi di cui 81 sintomatici. «Questo non deve farci assolutamente rilassare e speriamo resti un caso isolato. Il dato dei positivi riscontrati oggi, tornato in linea con quelli degli ultimi giorni, ci dice che sta continuando la decrescita del contagio e che le misure messe in atto stanno producendo i loro effetti».
Quello che più preoccupa naturalmente è la pressione sulle strutture ospedaliere. «Ormai sappiamo che l’aumento dei contagi si riflette prima sui Pronto soccorso, poi sui reparti e infine sulle terapie intensive.
Quando il numero dei contagi decresce, ci vuole tempo per vedere l’effetto sulle terapie intensive. Consideriamo che a novembre, all’inizio della seconda ondata, le terapie intensive erano vuote. All’inizio di questa terza ondata avevamo già 75 posti di terapia intensiva occupati. Ora siamo a 150, sono raddoppiati».
Acquaroli confida sul senso di responsabilità dei marchigiani a Pasqua e Pasquetta: «Sono preoccupato, il virus è molto aggressivo, le nuove varianti, quella inglese è prevalente, sono molto contagiose e serve la massima attenzione».
La prossima settimana, che siamo in zona rossa o arancione, è prevista la riapertura delle scuole dell’infanzia, elementari e prima media. Per i successivi gradi di istruzione è confermato lo svolgimento delle attività in presenza dal 50% al 75% della popolazione studentesca in zona arancione mentre in zona rossa le relative attività si svolgono a distanza. «Vediamo come sarà la classificazione di domani – commenta Acquaroli – io sono convinto che le scuole devono essere aperte. Nonostante questo la riapertura delle scuole medie e superiori mi preoccupa. Non ho alcuna evidenza scientifica ma quando abbiamo riaperto, il contagio ha sempre ripreso a viaggiare veloce. In futuro mi auguro che vada diversamente».
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