Pietro Alessandrini, Francesco Pirani e Enrico Taliani De Marchio sono i tre nomi che completano il nuovo Consiglio di Amministrazione dell’Istituto Campana di Osimo. Il Consiglio comunale di Osimo li ha eletti stanotte dopo un dibattito fiume imperniato nelle ore precedenti sull’approvazione del Bilancio pluriennale 2021-2023. Gli altri due componenti del Cda dell’Istituto per l’istruzione permanente ufficializzati nelle scorse settimane sono il medico ospedaliero Gilberta Giacchetti, designata dalla Regione Marche, e il docente dell’Iis ‘Laeng-Meucci’ Marco Anselmi, espressione dell’Ufficio regionale scolastico. Sarà proprio l’Usr nei prossimi giorni a ratificare tutte e cinque nomine, mentre, una volta insediato, spetterà al nuovo Cda del Campana eleggere a votazione il proprio presidente. I rumors accreditano in corsa per la prestigiosa carica il prof. Alessandrini e la dottoressa Giacchetti. La partita, però, è ancora tutta da giocare soprattutto dopo la seduta consiliare di ieri, svolta in video conferenza, infarcita di polemiche e ammantata da un giallo. Il candidato di spettanza della minoranza, Enrico Taliani de Marchio, laureato in scienze politiche, restauratore di dimore storiche e con pluriennale esperienza nel settore agrario, è stato infatti proposto dal consigliere di opposizione Alberto Maria Alessandrini (Lega) ma, quasi per paradosso, è stato votato soltanto dalla gran parte dei consiglieri della maggioranza Pd-centrosinistra, con l’astensione dello stesso consigliere leghista e di tutti i colleghi di minoranza. Un voto consiliare anomalo e che potrebbe aprire scenari inaspettati nell’orientare la prospettiva politica per i progetti nell’agenda del neoeletto Cda del Campana: dalla ristrutturazione con i fondi post sisma di un’ala del palazzo di piazza Dante, al trasloco della biblioteca comunale fino all’organizzazione delle prossime mostre. Un voto in controtendenza alla prassi consolidata che suggerisce da decenni e per fair play alla maggioranza e alla minoranza della Sala Gialla di eleggere i propri candidati in enti e commissioni con l’astensione ‘di cortesia’ verso quelli degli avversari politici. Ma andiamo per ordine.
IL VOTO – In linea con quanto stabilito dallo statuto del Campana i due nomi dichiarati e poi votati in modo corale dalla maggioranza consiliare (minoranza astenuta) ieri sera sono stati quelli di Pietro Alessandrini, 77 anni, osimano, già docente alla facoltà di Sociologia all’Università di Urbino e di Economia e commercio dell’Univpm, e Francesco Pirani, 51 anni, jesino, docente e ricercatore di Storia Medievale di Unimc. Acque agitate invece sulla scelta del candidato del fronte opposto. Va premesso che l’opposizione si è presentata all’appuntamento del Consiglio comunale in ordine sparso: la consigliera M5s Caterina Donia ha candidato Elisabetta Benfatto, poliziotta della Questura di Ancona con laurea in Lettere e Scienze Politiche; consigliere delle Liste civiche Stefano Simoncini ha lanciato il nome di Simonetta Antonelli, insegnante di scuola primaria, il consigliere leghista Alessandrini quello di Taliani De Marchio 59 anni, nativo di Roma ma residente a Osimo. Nel corso delle dichiarazioni di voto, a sorpresa, il sindaco Simone Pugnaloni (Pd) ha invitato i suoi a far confluire il consenso su Taliani De Marchio perché «oltre ad essere esperto di beni storico-culturale è anche esperto di agronomia e il Campana che ha una sua azienda agraria». Il leghista Alessandrini ha mangiato la foglia percependo la strategia sottesa a quelle parole. Se la maggioranza si fosse astenuta e avessero votato solo dai banchi di opposizione, con molta probabilità, per rapporto numerico, per la minoranza sarebbe stata dichiarata eletta la candidata dei movimenti civici. Pertanto, l’esponente del Carroccio, con stile, si è affrettato a puntualizzare di essere contento «di aver espresso il nome più che qualificato di Talliani De Marchio, senza tessera politica ma certo di area centro destra» e anche di non essere disposto «a spogliarsi di alcuna ideologia. Per una questione di onestà intellettuale – ha rimarcato Alessandrini – invito voi della maggioranza ad astenersi perché se è vero che il nostro candidato non è tesserato della Lega, garantisco che è una persona fieramente e orgogliosamente compresa nell’alveo del centrodestra». La votazione finale, arrivata intorno all’una di questa notte, invece ha sancito 11 voti di consenso per Enrico Taliani de Marchio (quelli di maggioranza con l’annunciata astensione di Alessandrini), 5 sì per la Antonelli, 2 per la Benfatto (uno del M5s e l’altro di un consigliere Pd) e 3 astenuti. Esito che ha contribuito ad alimentare schermaglie e contraddittorio.
LE POLEMICHE – «La mossa» del Pd e delle liste di centro sinistra è stata definita «meschina e finalizzata ad ostacolare la nomina di un componente di minoranza che in virtù dei numeri sarebbe spettata al candidato delle Liste civiche» nell’aula virtuale dal consigliere Simoncini. Diego Gallina Fiorini, capogruppo del Pd), ha replicato ricordato che «nel 1999 le Liste civiche, allora in maggioranza, hanno interferito nella elezione del candidato di minoranza nella commissione edilizia comunale. Dobbiamo dire che all’epoca non erano state corrette? Io penso invece che erano corrette e così come oggi lo siamo stati noi consiglieri di maggioranza che abbiamo deciso di votare legittimamente un candidato della minoranza». Il capogruppo di minoranza Achille Ginnetti (Progetto Osimo Futura) ha invece stigmatizzato il comportamento dei sostenitori dell’Amministrazione comunale rilevando che « anche se è legittimo ma non bello per quel che riguarda la rappresentanza legale. L’articolo 3 dello statuto del Campana stabilisce infatti che uno dei 5 componenti deve essere eletto in rappresentanza della minoranza. Ma considerato che questo consigliere del Campana non ha ricevuto nemmeno un voto dalla minoranza, non vorrei che questo aspetto possa dare adito a strascichi». Il segretario comunale Giuliano Giulioni ha chiarito che la proposta è pervenuta dalla minoranza, che non è stata ritirata dal proponente della Lega e che non esiste alcun divieto per la maggioranza di votarla, pertanto l’elezione è da considerarsi legittima. A condividere le perplessità di Ginnetti è arrivato di nuovo Simoncini che ha reputato invece «irregolare» la votazione. In apertura di seduta lo stesso Simoncini, ancora in riabilitazione per i postumi del Covid 19 dopo gli otto mesi di ricovero, aveva chiesto l’anticipo del punto in discussione, essendo il penultimo inserito all’ordine del giorno. «Per motivi di salute non so se riuscirò a restare fino a tarda sera» si era giustificato. Molti i consiglieri del Pd e delle liste di maggioranza hanno però bocciato la richiesta, respinta dopo essere stata messa ai voti.
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