«La contrarietà al piano di delocalizzazioni e licenziamenti presentato di Elica, oltre alla risposta delle lavoratrici e dei lavoratori, è stata chiaramente manifestata da tutti: il Territorio, il Governo, tutti i sindaci dell’area montana e la Regione, hanno ritenuto inaccettabile e pericolosa la strategia della multinazionale; da ogni parte è arrivata la richiesta di ritiro del piano. Il silenzio da parte dell’impresa è stato assordante e nel frattempo, in maniera unilaterale, il progetto sta andando avanti». I rappresentanti sindacali di Fim, Fiom e Uilm attendono di conoscere gli esiti del nuovo incontro bilaterale fissato dal governatore delle Marche, Francesco Acquaroli per la giornata di lunedì 24 maggio quando si confronterà con i vertici della multinazionale di Fabriano.
«Il presidente Acquaroli si è impegnato a verificare se esistono i presupposti per aprire una discussione, confermando comunque che quanto presentato il 31 marzo non può essere il punto di partenza di nessuna discussione ed è inaccettabile per tutta la Giunta. – rimarcano i sindacati – Nel frattempo negli stabilimenti si sta lavorando in un clima pesantissimo dovuto all’annuncio dei licenziamenti e della dismissione delle produzioni, e alle azioni che l’azienda sta mettendo in campo per creare ulteriori paure e contrapposizioni tra le persone: siamo in presenza di una vera e propria bomba sociale che può esplodere in qualsiasi momento dentro e fuori le fabbriche».
Il Coordinamento sindacale unitario ritiene urgente una nuova convocazione del tavolo di crisi presso il Mise «per provare a riprendere una discussione che l’azienda non ha mai voluto iniziare, e capire insieme – sottolineano le sigle sindacali – come si possono costruire i presupposti per mantenere il lavoro in Italia, nell’interesse delle persone di Elica, del territorio e di tutto il Paese. Il Coordinamento unitario conferma lo stato di agitazione proclamato subito dopo l’annuncio dell’azienda di volersi disimpegnare dall’Italia a favore della Polonia, con conseguenti 409 licenziamenti e annullamento di un’intera filiera produttiva. Il Coordinamento Unitario proclama un pacchetto di 16 ore di sciopero per tutto il Gruppo da effettuarsi nei prossimi giorni a sostegno della mobilitazione con iniziative che saranno coordinate dalle Segreterie territoriali e dalle singole Rsu degli stabilimenti di Mergo, Cerreto e Castelfidardo».
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