«Abbiamo chiesto con forza all’azienda di ritirare il piano industriale 2021-2023, che è poi quello che chiedono lavoratori e sindacati. Abbiamo registrato un’apertura a una profonda revisione del piano ma non c’è la disponibilità a ritirarlo. Vedremo di studiare con i sindacati le soluzioni possibili. Tra domani e dopodomani convocheremo di nuovi le sigle sindacali per fare il punto della situazione e tentare di definire tutte le strade per risolvere questa vertenza». Il governatore della Marche, Francesco Acquaroli riassume così le risultanze dell’incontro avuto nel primo pomeriggio di oggi con i vertici aziendali di Elica. Che si è concluso ancora con un nulla di fatto. Sarà rimodulata la decisione di procedere con i 409 esuberi, di delocalizzare in Polonia il 70% della produzione italiana o sarà ripensata la chiusura dello stabilimento di Cerreto d’Esi? Sono questi i punti nodali attorno ai quali ruota tutta la vertenza. L’amministratore delegato con altri rappresentanti della multinazionale di Fabriano sono stati ricevuti presso Aula Verde di Palazzo Leopardi della Giunta regionale, mentre all’esterno una delegazione sindacale ne attendeva gli esiti, per poi consegnare alla Regione il documento sottoscritto dalle forze politiche e sociali del territorio questa mattina durante le ore di sciopero e il corteo di protesta a Cerreto d’Esi.
All’incontro con l’azienda hanno partecipato il vicepresidente Mirco Carloni (assessore alle Attività produttive) e l’assessore al Lavoro Stefano Aguzzi. Acquaroli ha anticipato che la Regione «cercherà di fare subito il punto della situazione con i sindacati, per provare a definire, quanto prima, tutte le possibilità e le strade da percorrere che questa vicenda ci impone di perseguire. È necessario, però, rimuovere i pregiudizi che ostacolano il dialogo». Il confronto, ha ribadito il presidente, «è fondamentale per perseguire tutte le soluzioni possibili e la difesa del territorio, prioritaria per la Regione. Finché il tavolo rimane aperto, l’azienda sospenderà l’esecuzione del piano con i relativi, enormi, esuberi. È indispensabile recuperare una fiducia reciproca per costruire soluzioni sostenibili per l’azienda, per i lavoratori per il territorio e le istituzioni. Ma occorre, da parte di tutti, una volontà a proseguire il dialogo, rimuovendo quanto ne ostacola il proseguo».
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