Dopo l’annuncio di Elica dell’intenzione di sospendere il progetto di delocalizzazione, bene accolto da tutte la parti sociali «i timidi tentativi di ripresa di un dialogo negli stabilimenti della cappe, nei fatti non costituiscono un vero di cambio di passo nel proseguo della vertenza. Il giorno seguente al tavolo ministeriale sono stati notificati i provvedimenti giudiziali a 13 persone oggetto dei 3 giorni di sospensione, soprattutto donne: davvero un bel modo di iniziare una nuova fase di dialogo e confronto,portando le lavoratrici ed i lavoratori in tribunale». A commentare l’’evoluzione’ della vertenza è Pierpaolo Pullini della Segreteria della Fiom Cgil di Ancona. E lo fa non senza una punta di amarezza. «E’ chiaro che sarà dato a tutti il massimo delle coperture e di ogni assistenza si riterrà necessaria» sottolinea Pullini che prosegue rilevando che «da questa settimana inoltre, un’altra tipologia di cappa, le cosiddette estraibili, cessano definitivamente di essere prodotte dentro lo stabilimento di Mergo e vengono esternalizzate verso fornitori, senza neanche ricadute occupazionali sul territorio. E’ sicuramente auspicabile che risposte esaustive vengano date ai temi posti dalle Rsu negli stabilimenti già nei prossimi giorni, per rispondere alle esigenze delle persone che lavorano; risulta fondamentale ed urgente la convocazione del tavolo per capire se esistono realmente i presupposti per una discussione, atta a modificare radicalmente il piano di Elica, incentrata sui prodotti che devono e possono garantire il futuro e la prospettiva dell’azienda sul territorio. Si corre il rischio – teme il sindacalista di Fiom Cgil – che mentre si aspetta, il piano proceda in maniera irreversibile mentre, dopo 3 mesi di duro scontro sindacale, sarebbe veramente ora di iniziare la vera discussione, per ottenere la quale, le lavoratrici ed i lavoratori si sono fortemente battute e che non hanno alcuna intenzione di regalare al management. Azienda e Mise convochino al più presto i tavoli promessi».
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