Siamo poco prima della metà della riunione delle Commissioni consiliari 2 e 3 del Comune di Jesi, iniziate attorno alle 17,45 di ieri. Il caldo e l’afa si fanno sentire, soprattutto davanti al pc, dato che le riunioni si svolgono sulla piattaforma Zoom. Mentre si sta dibattendo su un progetto di accoglienza dell’Asp riservato a coloro che richiedono la protezione internazionale, ecco che la consigliera di Jesiamo Chiara Cercaci si fa protagonista di un gesto destinato a sollevare polemiche. La si vede cercare qualcosa con cui sventolarsi: prima quelli che sembrano essere dei fogli bianchi, poi viene utilizzato una specie di cartonato dove c’è disegnata la Repubblica di Salò. Il “ventaglio” improvvisato rimane in video un paio di minuti. Nessuno dei collegati alla piattaforma (e forse neppure la stessa Cercaci) si accorge del tricolore con l’aquila. «Ad avercelo fatto notare – ha scritto in una nota il gruppo Jesi in Comune – sono stati alcuni cittadini che hanno seguito la diretta, anche per questo quanto accaduto è ancor più grave. Simbolo del regime esistito tra il 1943 e il 1945, voluto dalla Germania di Hitler e governato da Benito Mussolini è una chiara provocazione dell’estrema destra. Non ci stupisce l’atteggiamento della consigliera Cercaci, che era già andata in brodo di giuggiole per la scritta fascista all’anagrafe cittadina, ma in quella maggioranza che si è sempre vantata di non avere colore politico non c’è davvero nessuno che ha un rigurgito democratico? Quella bandiera è un riferimento al fascismo che arriva nemmeno dieci giorni dopo la commemorazione della Liberazione di Jesi, il 20 luglio scorso. Occasione durante la quale si è anche avuta la faccia tosta di coinvolgere il presidente nazionale dell’Anpi, cui non mancheremo di rendere noto l’accaduto. Adesso chiediamo provvedimenti, per un atteggiamento che comporta reato ma soprattutto chiediamo che i singoli consiglieri delle false liste civiche di maggioranza chiariscano alla città da che parte stanno, o le commemorazioni perdono di ogni valore e le chiacchiere vanno al vento». Il sindaco Massimo Bacci: «Il consigliere Chiara Cercaci ha commesso un grave errore di cui si è resa immediatamente conto chiedendo scusa a tutti, in particolare ad una Amministrazione Comunale che è distante anni luce da qualsiasi ideologia o regime totalitario che hanno insanguinato l’Europa nel secolo scorso. Ho chiesto al presidente del Consiglio comunale di invitare tutti i consiglieri di mantenere sempre comportamenti, toni e linguaggi coerenti con i valori democratici che sono i principi su cui si fonda lo Statuto del Comune di Jesi».
(Redazione CA)
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