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«Il vaccino agli adolescenti? Va fatto subito»
Ma la maggior parte degli under 19
è ancora senza prima dose nelle Marche

L'INTERVISTA a Francesco Paolo Perri, ex primario del reparto di Pediatria e Neonatologia di Macerata: da giorni riceve moltissime telefonate di mamme che chiedono consigli, chiarimenti e rassicurazioni. «Prima si fa meglio è, occorre sbrigarsi se si vuole proteggere i ragazzi proprio ora che l’inizio della scuola è alle porte. La paure sono immotivate». Nella nostra regione solo il 24% dei giovani nella fascia d'età 12-19 ha completato il ciclo vaccinale, mentre il 59,35% non ne ha proprio ricevute

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Francesco Paolo Perri

 

di Francesca Marsili

Nelle Marche il 59,35 percento dei giovani compresi tra i 12 e i 19 anni non ha ancora ricevuto alcuna dose, il 24,20 percento ha completato il ciclo vaccinale e il restante 16,45 è in attesa della seconda inoculazione. A un mese dalla riapertura delle scuole questa è la situazione relativa alla vaccinazione degli adolescenti marchigiani. I numeri estrapolati dal database del “Sole 24 Ore” poiché a richiesta, la Regione, non ha fornito i dati, ci dicono che manca una fetta consistente di quella che è la fascia più colpita da questa seconda estate epidemica. Per loro, gli adolescenti, il commissario straordinario all’emergenza Covid Figliuolo sta predisponendo «una corsia preferenziale», ma alla base di tali numeri si agitano i dubbi dei genitori indecisi se vaccinare o meno i propri ragazzi alimentati spesso anche dalla mancanza di informazioni. «Il vaccino agli adolescenti?, senza alcun dubbio occorre farlo subito» sostiene Francesco Paolo Perri ex primario del reparto di Pediatria e Neonatologia di Macerata, a lui abbiamo posto alcune domande per cercare di fare chiarezza.

Se il Covid colpisce i giovani in forma lieve, c’è motivo di vaccinare i ragazzi per evitare un’infezione quasi sempre innocua simile ad un’influenza? E’ il tam tam delle famiglie.
«C’è motivo perché – sebbene raramente – anche i giovani che hanno contratto il Covid possono sviluppare una forma grave della malattia. Nel Maceratese ci sono stati due casi di giovanissimi che sono stati ricoverati perché hanno manifestato la sindrome Mis-C un’infiammazione multisistemica legata al Covid che interessa tutto l’organismo. E’ una sindrome definita “simil Kawasaki” per le similitudini con la malattia rara dei vasi di piccolo e medio calibro di tutti i distretti dell’organismo che colpisce in età pediatrica».

Molti genitori temporeggiano, dicono “Aspettiamo settembre e vediamo”, ha senso?
«Nessun senso. Il vaccino prima si fa meglio è. Per ottenere la completa protezione occorrono due dosi, una sola non è sufficiente perché non fornisce un’adeguata protezione e tra l’una e l’altra devono passare da tre a quattro settimane. Occorre sbrigarsi se si vuole proteggere i ragazzi proprio ora che l’inizio della scuola è alle porte».

E’ chiaramente il timore dei rischi del vaccino quello che più frena la vaccinazione degli adolescenti. Alcuni temono che la fertilità venga compromessa. Cosa risponde?
«Che è categoricamente una fake news, priva di alcun fondamento scientifico. E’ una fandonia che nasce dalla falsa credenza che l’Rna dei vaccini basati sulla tecnologia dell’Rna messaggero (Pfizer e Moderna) possa integrarsi col Dna umano. Ipotesi irragionevole perché fra i due genomi l’Rna del virus e il Dna dell’uomo, non c’è colloquio. Oltretutto nel vaccino anti Covid non contengono il virus vivo ma solo un pezzettino di Rna, quello che serve a produrre solo e soltanto la proteina Spike necessaria al Sars CoV-2 per agganciare la cellula umana. Non c’è nulla di dannoso nel vaccino».

Neanche danni di natura ormonale?
« No. Ripeto, i genomi a Rna e Dna non possono integrarsi».

In qualche caso si è parlato di miocardite e pericardite osservati in ragazzi meno che ventenni dopo il vaccino…
«Questi rarissimi casi, parliamo di uno su un milione, si sono evidenziati negli Stati Uniti dove hanno iniziato a vaccinare i ragazzi da maggio, ma è una miocardite benigna curata con il cortisone».

Ci sono stati casi in cui ragazzi minorenni volevano vaccinarsi nonostante il parere contrario dei loro genitori. Come occorre comportarsi in questi casi?
«Qui è intervenuto il Comitato nazionale di Bioetica. Per il CnB la scelta del vaccino deve rispettare la volontà dell’adolescente, anche quando in disaccordo con i genitori. Il documento “Vaccini Covid-19 e adolescenti” spiega che se la volontà fosse in contrasto con quella dei genitori, il Comitato ritiene che l’adolescente debba essere ascoltato dal personale medico con competenze pediatriche e che la sua volontà debba prevalere, in quanto coincide con il migliore interesse della sua salute psico-fisica e della salute pubblica».

Basta dubbi?
«Sì. Mi appello ai genitori perché non aspettino settembre. Le paure sono immotivate perché abbiamo tutte le evidenze scientifiche che la vaccinazione in questa fascia di età con i vaccini a Rna è assolutamente sicura. L’Ema, l’ente regolatorio del farmaco ha autorizzato i vaccini che lavorano attraverso la piattaforma Rna, Pfizer e Moderna perché sono più sicuri e questo deve far capire che l’organismo di controllo fa il suo dovere. La variante Delta è molto più contagiosa per grandi e piccoli e questo è il momento di vaccinare i ragazzi».



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