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Vertenza Elica: «Riprende la mobilitazione
nelle fabbriche del Cooking»

FABRIANO - Pierpaolo Pullini (Fiom Ancona) attende l'incontro territoriale del 1 settembre con il management aziendale per avere delucidazioni sulla voce insistente circa l'interessamento di un grande marchio marchigiano dell'agro-alimentare per rilevare il capannone di Cerreto D’Esi e riassorbire una sessantina di dipendenti della multinazionale a rischio licenziamento. «L’azienda dovrebbe piuttosto occuparsi di spostare il lavoro dalla Polonia all’Italia per far lavorare tutti» sostiene

Sit-in Elica ad Ancona, Pierpaolo Pullini seduto in primo piano

 

Tra le tante voci che si rincorrono sulla vertenza Elica, nei giorni scorsi è trapelata quella dell’interesse di un grande marchio alimentare marchigiano per il capannone di Cerreto D’Esi che, secondo il nuovo piano industriale 2021-2023 della multinazionale di Fabriano (ora sospeso), dovrebbe essere chiuso e dismesso con un sostanzioso numero di esuberi tra il personale. Le trattative sarebbero in corso e nel rilevare l’immobile il gruppo del settore agro-alimentare sarebbe disposto a farvi ripartire un tipo di produzioni differente assumendo però una parte  dei lavoratori Elica (una sessantina) a rischio licenziamento. Sul capannone di Cerreto d’Esi, l’azienda fabrianese, leader mondiale nella produzione delle cappe, si era espressa a più riprese, arrivando a ipotizzare anche la sua cessione a titolo gratuito.

«Elica dovrebbe occuparsi di come spostare il lavoro dalla Polonia all’Italia, anziché preoccuparsi di come spostare le persone in un’altra impresa. Riprende la mobilitazione nelle fabbriche del Cooking» annuncia Pierpaolo Pullini della Segreteria Fiom di Ancona. «Venire a conoscenza che ci sono grandi imprese che, individualmente od in partenership, hanno deciso di puntare sul territorio di Fabriano è una notizia che accogliamo positivamente – prosegue – ma quello che veramente rimane difficile capire è questo grande ed esclusivo interesse alle 60 persone che lavorano in Elica, quando su Fabriano ci sono oltre 4000 disoccupati; rimane difficile capire come mai con tutti gli impianti vuoti e fermi che ci sono sul territorio, l’unico sito che viene preso in considerazione è proprio quello di Cerreto; tralasciamo, per il momento, le inusuali modalità di comunicazione, di cui però bisognerà tornare a discutere nelle sedi deputate. Da notizie reperite in rete, sembrerebbe inoltre che lo stesso presidente di Elica ricopra un incarico (indipendente) proprio in quell’azienda che sarebbe interessata a rilevare lo stabilimento di Cerreto d’Esi: se fosse vero sarebbe una strana coincidenza che si verifica all’interno di una vertenza veramente insolita, in cui ogni azione fatta da Elica ha generato tensioni sociali».

Esiste un tavolo di trattativa che riprenderà la prossima settimana, nel dettaglio il 1 settembre, in sede territoriale per poi spostarsi nuovamente al Mise «in cui si è convenuto – ricorda Pullini – di trovare le soluzioni per mantenere e riportare le produzioni in Italia e garantire il lavoro a tutte le persone oggi occupate in Elica, anche in prospettiva futura. Nelle fabbriche italiane del Cooking oggi riprende la produzione dopo la chiusura estiva e riprendono anche gli scioperi perché, a parte le belle parole del management aziendale, non si vede ancora una reale intenzione di Elica di modificare il proprio piano in maniera strutturale. Ancora una volta le lavoratrici ed i lavoratori sono costrette/i a mobilitarsi perché nella grande lotta che va avanti da ormai da mesi c’è la volontà di difendere il futuro sul territorio di Elica, che dovrebbe occuparsi di spostare il lavoro dalla Polonia all’Italia per far lavorare tutti, anziché preoccuparsi di come spostare qualche decina di persona sotto un altro datore di lavoro».



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