facebook rss

Eutanasia, tetraplegico diffida i ministri:
«Il Governo rispetti il mio diritto
di accedere al suicidio assistito»

NUOVA AZIONE legale del 43enne marchigiano nei confronti di Roberto Speranza e Marta Cartabia dopo la denuncia presentata all'Asur, nella persona della dg Nadia Storti, affinché verifichi le sue condizioni per, eventualmente, iniziare l'iter per «far finire una tortura» iniziata nel 2010, dopo un incidente stradale

 

Una lettera di diffida  al ministro della Salute Roberto Speranza e alla ministra della Giustizia Marta Cartabia, mettendo a conoscenza anche il presidente del Consiglio Mario Draghi. E’ quella firmata e inviata da “Mario”, il 43enne marchigiano tetraplegico che da un anno ha iniziato l’iter per chiedere il suicidio assistito. Mario è diventato disabile a causa di un lesione al midollo spinale, conseguenza di un incidente stradale avvenuto nel 2010. Nei giorni scorsi, tramite i legale dell’associazione Coscioni, ha anche denunciato l’Asur Marche poichè – nonostante un’ordinanza del tribunale – l’azienda sanitaria non si è ancora attivata a verificare le sue condizioni di salute all’interno di un iter che, eventualmente, dovrebbe portare all’eutanasia attraverso l’assunzione del tiopentale sodico.  Mario ha chiesto che il Governo attivi tutti i poteri di cui è titolare per attuare il suo diritto a poter accedere legalmente al suicidio assistito «già sancito dalla sentenza della Corte Costituzionale numero 242/2019». «Mario ha deciso di rivolgersi al Governo affinché ripristini la legalità violata da un’ inerzia delle istituzioni competenti. Il Governo ha il potere di attivarsi in sostituzione di tali istituzioni nel caso di mancato rispetto del diritto, dunque ha il dovere di farlo – ha dichiarato Filomena Gallo, co-difensore di Mario e segretario dell’associazione Luca Coscioni -. Nonostante le sentenze della Corte costituzionale siano immediatamente esecutive, applicabili dal giorno successivo alla loro pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, e in questo caso dal 28 novembre 2019, Mario è stato costretto ad attivarsi sia a livello giudiziale che stragiudiziale per chiedere il riconoscimento di un diritto già riconosciuto e affermato dalla Corte Costituzionale che non necessitava di ulteriori atti affinché divenisse fruibile». Per quanto riguarda la denuncia contro l’Asur, è stato ipotizzato il reato di omissione d’atti d’ufficio «da parte dell’azienda sanitaria, della verifica delle sue condizioni cliniche nonché la mancanza di qualsiasi comunicazione che giustificasse il ritardo».

Tetraplegico denuncia l’Asur: «Valuti le condizioni per il suicidio assistito, vivere è una tortura»

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Torna alla home page




X