A maggio 2022, pandemia permettendo, i fabrianesi sarano chiamati alle urne per scegliere il nuovo sindaco e rinnovare la rappresentanza del Consiglio comunale. «Che il tempo scorre inesorabile lo si può facilmente desumere dal fatto che qualche noto (presunto) intellettuale nostrano, si prodiga a scrivere qualche post sul proprio profilo Facebook rilasciando dichiarazioni, riflessioni e osservazioni a tal proposito. – evidenzia Alessandro Galli, il segretario dei Giovani Democratici di Fabriano – Alcuni nomi noti che tornano alla riscossa e che di non essere nuovi lo san bene ma anzi fanno del loro esser “vecchi” una nota di pregio pontificando a destra e manca elargendo consigli saccenti. Una certa parte politica che da tempo si strofina le mani perché si sente già vincente e si preoccupa solo di selezionare una figura che, con ogni probabilità, sarà ammanicata o quantomeno non scomoda, ai potentati. Qualche ambizioso che agisce allo scuro dei più cercando di sondare il terreno per meglio capire come ritagliarsi un posto al sole».
Ma quello che più dispiace al segretario dei Gd,«che, non mi faccio problemi a dirlo, mi disgusta, è che in tutto ciò, si punta solo ed esclusivamente sulla damnatio memoriae degli ormai moribondi (politicamente parlando) Cinque Stelle per far rifiorire (ricicciare come direbbe Bonolis) personaggi del passato ergendoli a salvatori di una patria che hanno contribuito ad affossare. Personalmente credo di poter dire che in questi anni assieme a me pochi altri abbiamo davvero coerentemente attaccato questa giunta per come ha gestito il nostro comune. Dico coerentemente perché oggi i primi che la criticano sono anche i primi che nel 2017 l’hanno fatta vincere. Con gestioni del passato quantomeno maggiormente umili e più elastiche mentalmente e libere da certi schemi, forse tutto ciò non sarebbe accaduto. Ed oggi, come se nulla fosse, gli stessi responsabili dell’avvento del grillismo sono quelli che, imperterriti, sono pronti nuovamente a mettersi in prima persona in una partita a cui dovrebbero assistere da spettatori».
Alessandro Galli è sferzante, tranchant. «Dal mio punto di vista, mi chiedo come sia possibile che in una città in stato di quiescenza somigliante ad un coma vegetativo come la nostra non si senta la voglia profonda di un totale rinnovamento della classe dirigente. – si domanda – Un rinnovamento che sia vero ed autentico e non solo millantato per fare bella figura. Un rinnovamento rappresentato da persone esterne alle vecchie consorterie che ancora imperversano nei meandri della vita politica della città. Un rinnovamento fatto di idee e proposte e non di orpelli ideologici ormai autoreferenziali. Un rinnovamento fatto di persone competenti ma al contempo con spirito di collettività e non individualisti che agiscono pro domo propria o per conto di realtà poco trasparenti seppur note. Un rinnovamento fatto da giovani ragazze e ragazzi che hanno voglia di rimboccarsi le maniche per questa città che alla fine tutti critichiamo ma a cui fondamentalmente vogliamo tutti bene. Aria fresca in una città che ancora deve depurarsi dall’inquinamento di un’epoca post-industriale. Io da cittadino fabrianese ci penserei».
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