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Dalle mascherine alle “sentinelle”,
ecco il piano della scuola anti-Covid

CON LA PRIMA campanella che suonerà il 15 settembre, gli istituti si preparano ad accogliere gli studenti. Parola d'ordine: evitare la didattica a distanza. Ecco tutte le indicazioni per tornare in sicurezza sui banchi

Inizio anno scolastico 2020/2021

 

di Martina Marinangeli

Con la prima campanella pronta a suonare il 15 settembre, le scuole marchigiane si preparano ad accogliere gli studenti in spazi a prova di Covid. Dagli istituti “sentinella” alle mascherine in aula, dalla ventilazione meccanica ai trasporti, passano per Green pass e vaccinazioni, ecco il decalogo per l’avvio dell’anno scolastico.

 

Scuole “sentinella”. Il piano di monitoraggio del contagio elaborato dal governo in vista dell’inizio della scuola passa per una campionatura rappresentativa della popolazione scolastica, suddivisa per province, nella fascia d’età 6-14 anni, quindi nelle primarie e nelle secondarie di primo grado. Uno screening quindicinale per limitare quanto più possibile le quarantene, che coinvolgerà in prima persona anche i genitori. I test previsti, infatti, sono quelli salivari, semplici da usare e dunque, quando il piano andrà a regime, potranno essere eseguiti a casa. Si baserà su un’adesione informata e volontaria da parte dei genitori/tutori e la sua accettazione non sarà in alcun modo vincolante sull’accesso alla scuola in presenza. Le scuole primarie e secondarie di primo grado che faranno da “sentinelle” saranno individuate dall’Asur, d’intesa con l’Ufficio scolastico regionale, su base provinciale. Alle Marche vengono richiesti 1.423 studenti delle scuole primarie da invitare ai test quindicinali ed 892 di quelle secondarie di primo grado. Per quanto riguarda i test da effettuare ogni 15 giorni, ne sono previsti 852 alle elementari e 536 alle medie. In una prima fase di avviamento della durata di due mesi, le attività di raccolta dei campioni potranno essere eseguite a scuola con l’aiuto del personale sanitario Successivamente, quando si entrerà a regime, al fine di garantire maggior comfort familiare e rispettare le modalità di raccolta (digiuno, prima di lavare i denti, ecc.) si prediligerà la modalità di “auto-raccolta” al mattino appena svegli. Saranno i genitori ad effettuare i test e questa fase seguirà ad un preventivo iter formativo per avere più confidenza con i dispositivi salivari da utilizzare. Gli aderenti alla campagna di monitoraggio (genitore/tutore) firmeranno un apposito modulo di “consenso informato” corredato da una dettagliata nota informativa.

La scannerizzazione di un Green Pass

Vaccinazioni e Green pass. Per il personale scolastico, sarà obbligatorio esibire il Green pass per accedere nelle strutture. Chi non è vaccinato o non ha un’esenzione, deve sottoporsi al tampone ogni 48 ore, test che sarà a carico del personale stesso, a meno che non si rientri tra i soggetti fragili impossibilitati a ricevere la profilassi. Se entro quattro giorni non si provvede ad esibire certificato verde o risultato del tampone, si viene sospesi dall’incarico senza stipendio. Il controllo del Green pass è affidato al dirigente scolastico o ad un suo delegato.

In aula. Sarà obbligatorio l’uso delle mascherine chirurgiche, dai 6 anni in su, anche al banco. Nelle scuole materne e dell’infanzia, invece, a doverle indossare saranno soltanto gli insegnanti. Cade invece l’obbligo imperativo del distanziamento di un metro tra un banco ed un altro, che viene declassato a “raccomandazione”. Dove non ci sia sufficiente spazio, si può derogare purché si mantengano le altre misure sanitarie. Nelle Marche, non dovrebbe porsi tale problema perché già lo scorso anno le scuole si erano organizzate in questo senso. Ai ragazzi non verrà rilevata la temperatura all’ingresso, che dovrà essere misurata a casa. Una volta in aula, molti studenti marchigiani potranno contare anche su un ulteriore strumento di prevenzione del contagio: la Regione ha infatti stanziato 6 milioni di euro per installare nelle scuole dispositivi per la ventilazione meccanica controllata, al fine di ‘rinnovare’ l’aria, diluire la carica virale, ridurre il rischio di diffusione del virus e, di conseguenza, favorire un ritorno in presenza degli studenti in sicurezza. È stata accolta quasi la metà delle richieste di contributo e gli interventi hanno riguardati 170 scuole, per 1.500 aule e circa 24mila studenti. A queste risorse si aggiungono i 3 milioni di euro finanziati con fondo Fse per la sanificazione degli spazi.

foto d’archivio

Mense e palestre. Come già lo scorso anno, il servizio della mensa è garantito agli studenti, ma con appositi accorgimenti onde evitare di creare ambienti promiscui. Dovranno infatti essere organizzati turni articolati su gruppi-classe, per mantenere il distanziamento tra gli studenti durante i pasti e limitare al minimo la compresenza di gruppi differenti nello stesso ambiente. Cosa che rende complicato garantire il servizio per il tempo prolungato. Per quanto, concerne le palestre, invece, si potrà fare ginnastica senza particolari restrizioni, ma nel caso in cui l’attività fisica fosse al chiuso, si dovrebbero prediligere sport individuali e cercare comunque di mantenere per quanto possibile il distanziamento. Almeno finché si resta in zona bianca, la fascia di rischio più bassa, le palestre potranno essere utilizzate anche dalle associazioni sportive, cioè da terzi, previa concessione da parte dell’ente locale di competenza. Viene però richiesto che gli spazi siano riconsegnati alla scuola da parte dei fruitori sanificati.

Quarantene e tracciamento. In caso di contagio Covid in classe, per il momento l’orientamento è quello di mandare gli alunni in quarantena, anche se immunizzati. Durerà però solo sette giorni anziché 10, come invece richiesto ai non vaccinati. Al termine di questo periodo, lo studente dovrà comunque sottoporsi al tampone e sarà l’Asur a predisporre la procedura per la classe. In caso di focolaio, si potrebbe anche arrivare a chiudere la scuola come extrema ratio. Scenario che potrebbe verificarsi anche nel caso in cui la regione scivolasse in zona arancione o rossa, ma il governo ha stabilito come priorità che le lezioni siano in presenza, dunque si cercherà di limitare quanto più possibile la dad.

Trasporto scolastico
Allo stato attuale delle cose, il coefficiente di riempimento dei mezzi del trasporto scolastico sarebbe fissato all’80% (anche in zona gialla), cosa che eviterebbe la necessità di prevedere ingressi ed uscite scaglionate dagli istituti. Sono in corso incontri del tavolo prefettizio per definire i dettagli ma, al netto di modifiche sostanziali delle percentuali di riempimento dei bus, i Piani già elaborati per lo scorso anno scolastico dovrebbero essere sufficienti. La conoscenza del coefficiente di riempimento possibile è condizione necessaria per ogni tipo di programmazione, che qualora dovesse scendere sotto quanto richiesto dalle Regioni, comporterà l’adozione inevitabile dello scaglionamento di ingressi ed uscite, osteggiato dalle scuola, ma inevitabile secondo le aziende di trasporto. Non sarebbe solo un problema di disponibilità di mezzi aggiuntivi, ma anche di limiti fisici della viabilità, con capolinea scolastici spesso collocati nei centri storici.

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