«Sono passati quasi quattro mesi da quando, a fine giugno, l’azienda Elica ha sospeso il proprio piano industriale per una revisione auspicata da tutti. Quattro mesi nei quali si attendevano correttivi da parte della multinazionale che potessero permettere il riassorbimento della maggior parte dei 409 esuberi previsti nel settore Cooking. Nel tavolo concluso la scorsa notte sono state presentate alcune modifiche al piano industriale; aperture che però sono ancora insufficienti nonostante testimonino la buona volontà del management aziendale».
E’ quanto afferma la senatrice Rossella Accoto, sottosegretaria al Lavoro e alle Politiche Sociali. «Prevedere il recupero di 20 operai dall’allocazione di alcuni modelli di vertical, – prosegue la parlamentare marchigiana del M5S – di altre 15 persone dall’internalizzazione di una lavorazione e sperare di salvarne altre 40 auspicando una generica crescita di Elica e il lancio di nuovi prodotti ancora non pianificati, per un totale di 75 dipendenti, è ancora poco. Rimarrebbero a casa più di duecento famiglie, numeri troppo grandi. Auspico che i sindacati non vogliano interrompere le trattative e proseguano nell’interlocuzione che la vice ministra Todde sta portando avanti con impegno e dedizione. Il dialogo e la concertazione sono gli unici strumenti per arrivare ad una soluzione positiva».
Anche la consigliera regionale Simona Lupini (M5S) crede che per risolvere la vertenza Elica «occorre fare di più: le Marche non siano periferia del piano industriale».«L’azienda ha fatto alcuni passi in avanti, tagliando ancora gli esuberi previsti, ma le garanzie sui prodotti e i volumi sono ancora fragili: i lavoratori e le famiglie sono sottoposti a uno stress pesantissimo» commenta ancora la consigliera pentastellata, da subito molto attiva sulla vicenda.«Adesso è il momento di rilanciare, non bisogna cedere alla tentazione di abbandonare il tavolo. La trattativa deve continuare, con la forte mediazione del Mise rappresentato dalla viceministra Todde e un ruolo sempre più attivo della Regione Marche, che ha presentato impegni e proposte con una risoluzione unitaria del Consiglio regionale» continua la consigliera, sottolineando come dall’azienda ci si aspetti «un piano industriale che non consideri l’Italia e le Marche come una periferia produttiva».
L’attenzione di Simona Lupini va oltre il caso specifico, verso il «forte deterioramento delle condizioni di competitività delle Marche». Serve quindi «un reinvestimento forte sul territorio attivando gli strumenti del Mise, e un intervento strutturale, come la decontribuzione Sud su cui il ministro Giorgetti ha fatto alcune aperture». E poi il richiamo a spendere in maniera consapevole e partecipativa le risorse che verranno dalla programmazione europea: «Dobbiamo avere già chiaro da ora come spendere i futuri fondi Ue per le Regioni in transizione, condividendo questa opportunità con tutta la comunità marchigiana: se non li metteremo a frutto per migliorare strutturalmente la competitività e la produttività delle imprese marchigiane, non potremo che continuare a rincorrere crisi su crisi. Sono a fianco dei lavoratori in questa battaglia – conclude la consigliera Lupini – nessuno si scordi che in ballo qui c’è il futuro di centinaia di persone: tutti si impegnino a ridurre l’impatto di questa vicenda sulle famiglie di un territorio che ha già pagato abbastanza».
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