di Claudio Maria Maffei*
Qualcuno dice che i dati se li torturi gli puoi far dire di tutto. Sia che le cose vanno bene, sia che le cose vanno male. Bisognerebbe fargli dire soprattutto quel che serve per capire e per decidere e questo vale anche per la pandemia. Proviamoci anche oggi.
Cominciamo dai dati che potrebbero andare meglio: le Marche (dati di sabato 20 novembre il che vuol dire dati di venerdì 18 novembre) ci dicono che siamo la Regione al sesto posto in Italia come frequenza di nuovi casi settimanali con 126 casi ogni 100mila abitanti con le province di Ascoli e soprattutto Fermo ad essere le più colpite (rispettivamente con 150 e 165 nuovi casi settimanali). Particolarmente preoccupante la situazione di Castignano in provincia di Ascoli che con 75 positivi su 2.684 abitanti ha una diffusione della infezione davvero altissima.
Potrebbero andare meglio anche i dati sulle terapie intensive che comunque non peggiorano e ci collocano al terzo posto in Italia come percentuale di occupazione da parte dei pazienti Covid (8,4%). Sappiamo che la percentuale è sottostimata perché la percentuale viene calcolata anche su letti non operativi, ma almeno il dato non peggiora.
Potrebbero andare meglio soprattutto i dati sulla vaccinazione. Se vogliamo essere positivi possiamo dire che ormai sono vaccinati più di tre marchigiani su 4 (il 76% contro il 77% a livello nazionale), ma se vogliamo essere critici e consapevoli dobbiamo dire che ad oggi non sono vaccinati il 20% circa dei marchigiani tra trenta e cinquant’anni contro il 15% dei ragazzi tra 20 e 30 anni. Non si diceva che con l’età si diventava maturi? Sempre a proposito di maturità, rimangono ancora da vaccinare il 14% dei marchigiani tra 50 e 59 anni e il 10% di quelli tra 60 e 69 anni.
E dove sono le luci, le buone notizie? Sono in un grafico e in una notizia. Il grafico (vedi immagine in alto, ndr) ci fa vedere che grazie al vaccino, anzi ai vaccini, nell’ultimo anno sono calati drasticamente casi, ricoveri in terapia intensiva e decessi. E sono calate anche la frequenza di casi letali o gravi in rapporto al numero di contagiati. E la buona notizia è quella che si comincia a parlare di obbligatorietà della vaccinazione. L’Austria ha rotto il tabù e dal 1 febbraio prossimo scatterà in quel Paese l’obbligo della vaccinazione. Spero che chi non si è ancora vaccinato nelle Marche (e in Italia) colga in questo segnale un avvertimento e un consiglio: il Covid è ancora una malattia grave e comune e se ti vaccini fai la cosa giusta. Sarebbe beffardo ammalarsi adesso per voler tenere il punto e aspettare l’obbligo per vaccinarsi.
E per ultime le ombre rosse. Le Marche sono ancora in fascia rossa per l’Europa (una delle tre Regioni ad esserci oltre a Friuli-Venezia Giulia e Calabria, cui si aggiunge la provincia di Bolzano che è addirittura rosso scuro, la fascia di rischio peggiore). Sono costretto a ripetermi: le Marche non sono messe così male da meritare quel rosso, ma per motivi davvero incomprensibili continua a mandare i dati sbagliati, o meglio incompleti. Ne parlo per l’ultima volta perché l’ho detto e scritto talmente tante volte che evidentemente alla Regione quel rosso non solo non dispiace, ma piace proprio. Siamo in rosso per l’Europa perché abbiamo una percentuale altissima di tamponi positivi. Questa percentuale viene calcolata in Europa su tutti tamponi fatti, proprio tutti tranne quelli “domestici” fai da te. Tutti sanno che nelle Marche c’è una marea di gente che fa tamponi, perché parte, perché non si vuole vaccinare, perché vuole stare sicura, perché ha qualche sintomo. Le Marche di tutti questi tamponi ne segnala pochissimi e quindi facciamo la figura di quelli “appestati”. Guardiamo i dati di ieri. Una delle Regioni messe peggio è il Friuli-Venezia Giulia che ha avuto nell’ultima settimana quasi 300 casi ogni 100mila abitanti, quasi il triplo dei nostri. Ieri il Friuli-Venezia Giulia, che ha circa 300mila abitanti meno di noi, ha avuto 660 nuovi casi positivi contro i 283 nostri. Bene il Friuli ha segnalato di aver fatto nello stesso giorno quasi 26mila tamponi e noi nemmeno 5mila. Meno di un quinto. Risultato: a noi viene attribuita dall’Europa una percentuale di positivi pari al 5,8% (da sempre la più alta in Italia) che ci porta in rosso, mentre la stessa percentuale per il Friuli, che sta davvero messa tanto peggio di noi, scende a 2,5% che all’Europa va benissimo.
* Medico e dirigente sanitario in pensione
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