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Dal rischio incompiuta all’apertura:
«La Pedemontana serviva da decenni,
adesso non è più solo un sogno»

LA NUOVA STRADA - Da oggi i primi 8 chilometri della superstrada sono percorribili. Il presidente della Provincia Antonio Pettinari: «E’ un progetto che da tantissimo tempo è stato cullato nella mente e nel cuore. Per il rilancio dell’entroterra serve un asse viario di collegamento. L’idea è nata negli anni '80». Il sindaco di Matelica, Massimo Baldini: «Se ne parlava già quarant’anni fa. Meglio tardi che non averla affatto, la distanza tra noi e Fabriano si è dimezzata». Il primo cittadino di Muccia, Mario Baroni: «Quello di oggi è un segnale importante. Speriamo arrivi presto anche da noi»

PEDEMONTANA-MATELICA

L’apertura della nuova superstrada. A destra il presidente della Provincia Antonio Pettinari, vicino a lui il governatore Francesco Acquaroli e l’assessore regionale Francesco Baldelli. Proseguendo verso sinistra: l’assessore comunale di Muccia Rosanna Procaccini e il sindaco di Matelica, Massimo Baldini

 

di Monia Orazi

Un’anonima giornata uggiosa ha fatto da sfondo ad un evento storico per l’entroterra, aperto il primo tratto del collegamento della Pedemontana Fabriano-Muccia, per ora si potrà prendere dalla zona industriale di Matelica, nei pressi dell’isola ecologica, per raggiungere la città della carta e viceversa, in soli 7 minuti e 8 chilometri.

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Il governatore Francesco Acquaroli (a destra) all’apertura della strada

L’inaugurazione ufficiale si terrà a dicembre, oggi tutto è stato improvvisato da una telefonata tra Regione e Provincia, alla presenza dei referenti Anas, di un consigliere della Quadrilatero, del presidente regionale Francesco Acquaroli, dell’assessore regionale Francesco Baldelli, dei sindaci di Matelica e Cerreto d’Esi, del vicesindaco di Fabriano, del deus ex machina di trent’anni di strade, il presidente della Provincia Antonio Pettinari. Un lungo percorso amministrativo partito nel 1990 dai banchi della Provincia di Macerata, con il progetto preliminare voluto dall’allora assessore ai lavori pubblici Antonio Pettinari, è stato all’origine del progetto che da cronoprogramma dovrebbe vedere la luce nel 2023, ma che probabilmente non sarà terminato prima della fine del 2024. Sulla “strada” della Pedemontana, legata a doppio filo allo sviluppo della statale 76, ci sono stati dal 2013 i fallimenti Dirpa 1, le criticità della Dirpa 2, la crisi di liquidità della Astaldi, che ha rilevato il lotto Dirpa a fine 2020, con il rischio del blocco dei lavori, che invece procedono regolarmente e sono a circa metà dell’opera.

Per dare sbocco alla Pedemontana in zona Sfercia, qualche anno fa ha dovuto battere i pugni sul tavolo anche il defunto Dario Conti, quando era sindaco di Camerino. La strada procederà passando esternamente a Matelica riallacciandosi con Rustano di Castelraimondo, per passare sotto la collina, sbucando poi in zone le Calvie e Canepina, il tracciato poi arriva in zona Ponte delle Gaggie in località Caselle tramite una galleria che termina subito dopo l’ospedale.

Ci saranno poi due rotatorie, una verso Rio di Camerino con termine nella zona artigianale, aspetto che aveva subito allarmato alcuni proprietari dei lotti, che avevano minacciato ricorso. Ora sembrerebbe che per evitare espropri si sia spostato il tracciato di dieci metri, mantenendo l’assetto originale.

pedemontana-matelica-apertura-3-1-325x191L’altra rotonda va verso Muccia, la strada passerà dietro la nuova scuola Bocelli per poi arrivare nella zona del cimitero di Muccia e congiungersi con la superstrada Valdichienti, con una rotonda che farà da snodo anche per il traffico che prosegue in direzione la Maddalena. Chi oggi è quarantenne sentiva da piccolo parlare di questa strada che ha suscitato anche un vivace dibattito pubblico. Negli anni scorsi a Matelica si era anche costituito il comitato contro la Pedemontana, ritenuta un progetto superato, in un’area economicamente depressa, ancora vittima della crisi del distretto del bianco, evaporato con la crisi dell’indotto industriale legato alla famiglia Merloni.

«Una giornata davvero storica, ricordo che già quarant’anni fa si parlava di Pedemontana, solo che gli amministratori di allora parlavano di un’unica strada da Cesena ad Ascoli, se ne parlava come di un asse viario importante per lo sviluppo delle Marche», racconta Massimo Baldini, sindaco di Matelica, che aggiunge: «anche se il tracciato di oggi è diverso da quello pensato allora resta un collegamento importante per gli scambi commerciali e le relazioni tra Comuni. Meglio tardi che non averla affatto, è un asse viario molto curato, la distanza tra noi e Fabriano si è ridotta della metà, un aspetto importante se pensiamo ad esempio alle urgenze da dirottare verso l’ospedale. Il mio ringraziamento va a tutti coloro che hanno lavorato affinché oggi si potesse aprire. Abbiamo percorso il nuovo tratto nel rispetto del limite di 90 chilometri orari, ci abbiamo messo 7 minuti, nel cartello all’ingresso di Matelica Nord c’è scritto Fabriano 9 chilometri, anziché i 17 di prima». Ricordati da tutti i presenti l’ex viceministro Mario Baldassari, l’architetto Fabrizio Romozzi, Gennaro Pieralisi ed Ermanno Pupo. Per vedere il tracciato aperto fino a Muccia si dovranno attendere almeno un paio di anni. Racconta Mario Baroni, sindaco di Muccia: «Il primo tratto della Pedemontana si sarebbe dovuto fare a Muccia, insieme allo svincolo della superstrada, i lavori sono partiti in contemporanea, poi per varie vicissitudini non si è più fatta. Speriamo che arrivi a Muccia prima possibile, è per noi un importante collegamento viario, tra le vallate del Chienti, del Potenza e dell’Esino. Quando ero ragazzo si parlava della superstrada Valdichienti, senza l’accelerazione data dal progetto Quadrilatero, non ci sarebbe mai stata». A determinare lo slittamento dei lavori nella zona di Muccia, le vicissitudini legate al fallimento della Dirpa 1, con il tratto iniziale diventato quello finale. Prosegue Baroni: «L’apertura del primo tratto è un segnale importante, anche se quello di Muccia è diventato l’ultimo tratto, è importante che si vada avanti, sono contento vedo che i lavori procedono spediti».

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Uno dei sopralluoghi del presidente della Provincia Antonio Pettinari

È stato decisivo per il percorso realizzativo della Pedemontana il presidente della Provincia Antonio Pettinari, che ricorda i primi passi del progetto: «E’ un progetto ed un’idea, una volontà, un programma che da tantissimo tempo è stato cullato nella mente e nel cuore, perchè parlando dell’entroterra e dei suoi problemi, tra le altre condizioni, che sono indispensabili per qualsiasi piano di sviluppo e rilancio di questi territori serve, specialmente dopo il terremoto, un asse viario di collegamento. L’idea di una strada che collegasse le città ai piedi delle nostre montagne, piene di storia ed eccellenze, è nata negli anni ’80. In quella legislatura 1985-1990 insieme ad altri consiglieri provinciali, Mario Cavallaro, Luigi Sileoni tra gli altri, con il presidente della Provincia Nicola Mancioli, decidemmo di procedere ad un progetto preliminare su questa arteria, conferimmo un incarico ad un gruppo di progettazione, per valutare i costi e la fattibilità. I progetti affidati ne furono tre: Pedemontana, collegamento valle del Potenza, Tolentino-San Severino, una volta completati i progetti di fattibilità nel 1990 divenni assessore ai Lavori pubblici, furono approvati all’unanimità dal consiglio provinciale». Una giornata che Pettinari ricorderà per sempre: «Da decenni si sentiva l’esigenza di questa strada, ma servono tante cose per far diventare i sogni realtà, siamo andati avanti con queste speranze, progetti e programmi, inseriti nel piano territoriale di coordinamento della Provincia. Siamo arrivati di fatto al primo traguardo, la Pedemotnana è ormai una realtà, non solo perché il progetto esecutivo con i quattro lotti è interamente finanziato per 340 milioni di euro, ma sono completamente affidati i lavori, nei cantieri si sta lavorando su tutta la Pedemontana, oggi è stata una giornata per me meravigliosa, con il primo lotto questa strada non è più un sogno, ma una splendida realtà che avrà bisogno di alcuni anni per essere completata».



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