«Tante sono le segnalazioni che ci arrivano dall’utenza, non solo osimana, per la mancanza di un reparto di otorinolaringoiatria, all’Inrca – ospedale di Osimo. Riteniamo opportuno chiedere alla Direzione di voler finalmente attivare tale Unita’ Operativa, fondamentale sia ai fini diagnostici che terapeutici (terapia sia medica ma anche, essenziale, chirurgica), affinché siano garantiti gli interventi necessari per diverse patologie tipiche dell’adulto e dell’anziano, come patologie delle alte vie respiratorie, faringee, laringee, del cavo orale, dell’orecchio etc». La richiesta arriva dalla capogruppo delle Liste civiche Osimo, Monica Bordoni.
«Importante per questo reparto inserire la diagnostica audiologica e vestibolare per patologie tipiche dell’anziano quali la sordità e le vertigini, un ambulatorio avanzato che studi e tratti la disfagia (altra patologia tipica dell’anziano) con metodologie diagnostiche moderne come la Fees – prosegue la Bordoni – , la rinologia e la rinoallergologia (metodiche endoscopiche, allergologiche, citologiche, olfattometriche), per lo studio ed il trattamento delle patologie infiammatorie rinosinusali , del naso, con la possibilità di eseguire interventi di chirurgia funzionale del naso ed endoscopica dei seni paranasali. Appare inoltre fondamentale che nell’ospedale di Osimo si possa riprendere l’attività diagnostica e terapeutica delle Osas (russamento ed apnee ostruttive del sonno)».
La consigliera di minoranza sottolinea inoltre come ormai l’otorinolaringoiatria “moderna” permetta l’esecuzione della maggior parte degli interventi chirurgici di questa specialità in day surgery o one day surgery (quindi con una sola notte di ricovero), quindi con minimo utilizzo di risorse e costi minuti per l’azienda .- scrive – Per tutte queste ragioni risulta ormai fondamentale l’apertura di un servizio / unità operativa di Orl con una propria autonomia funzionale, che possa andare incontro anche alle richieste assistenziali oltre che dell’azienda ospedaliera anche della Comunità di Ancona Sud, per non dover necessariamente fare riferimento all’ospedale di Torrette e ridurre inoltre la mobilità passiva verso tale nosocomio ed anche verso quelli di Civitanova (A 3) o Fabriano (Av2). Una risposta in termini sanitari che dobbiamo dare».
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