Strage della Lanterna Azzurra: fissato il processo d’appello per i sei rapinatori dello spray. La prima udienza si terrà il 13 gennaio del 2022. In primo grado, gli imputati, tutti della Bassa Modenese, hanno accumulato pene complessive per oltre 68 anni di carcere. La sentenza è del 30 luglio 2020, decretata col rito abbreviato dal gup Paola Moscaroli: Ugo Di Puorto e Raffaele Mormone sono stati condannati entrambi a 12 anni e 4 mesi, Andrea Cavallari a 11 anni e sei mesi, Moez Akari a 11 anni e 2 mesi, Souhaib Haddada a 10 anni e 11 mesi, Badr Amouiyah a 10 anni e 5 mesi.
Il giudice aveva riconosciuto le pene per l’omicidio preterintenzionale, singoli episodi di furti e rapine, lesioni personali. Era caduta l’associazione a delinquere, contestata dalla procura dorico. A impugnare il verdetto di primo grado sono stati sia i difensori degli imputati, in carcere dall’agosto 2020 dopo gli arresti dei carabinieri del Nucleo Investigativo, sia dalla procura. La pubblica accusa di Ancona ha contestato l’assoluzione arrivata per il reato associativo. I legali, invece, fin dalle arringhe del processo in abbreviato avevano puntato l’attenzione sulla mancanza dei presupposti per contestare ai sei, oltre l’associazione, il reato di omicidio preterintenzionale, legato all’utilizzo della bomboletta spray e alla fuga scomposta degli avventori.
Una fuga che, l’8 dicembre 2018, aveva portato alla morte di sei persone (la 39enne Eleonora Girolimini, i minori Emma Fabini, Benedetta Vitali, Asia Nasoni, Mattia Orlandi e Daniele Pongetti) e al ferimento di oltre 200. Stando a quanto emerso, i sei imputati (di età compresa tra i 22 e i 24 anni) erano andati a Corinaldo per rubare collanine ai giovani avventori. Furti, scippi e rapine, facilitate – dice la procura – dall’utilizzo dello spray urticante, sulla cui sommità i carabinieri avevano trovato una traccia di Di Puorto. Il quale, però, ha sempre negato di aver portato la bomboletta all’interno del locale. Il 16 dicembre proseguirà invece l’udienza preliminare per il filone che riguarda gli aspetti di sicurezza e i certificati amministrativi del locale, per cui rischiano di dover affrontare un processo 18 indagati e la Magic srl, società che gestiva la discoteca di via Madonna del Piano. Un locale, per la procura, totalmente inadatto e non idoneo ad essere teatro di attività di pubblico spettacolo. Una quarantina le parti civile ammesse: escluso il Comune di Corinaldo.
(fe.ser)
I sei della Lanterna Azzurra: «Criminali seriali, con lo spray in discoteca per rubare gioielli»
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