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Caterpillar, Coltorti e Romagnoli (M5S):
«Il governo approvi
subito il dl anti-delocalizzazioni»

JESI - Piena solidarietà ai lavoratori espressa dai senatori marchigiani del Movimento 5 Stelle. Anche il Partito della Rifondazione Comunista è convinto che «la legislazione italiana è completamente inadeguata ad arginare situazioni di questo tipo»

Il corteo di protesta dei lavoratori Caterpillar sabato scorso nel centro storico di Jesi

 

«Dopo l’esito felice della vertenza Elica, l’annuncio dell’avvio della procedura di licenziamento collettivo alla Caterpillar di Jesi è un fulmine a ciel sereno che non ci si aspettava di certo da una multinazionale statunitense che ha chiuso il terzo trimestre dell’anno con ricavi e profitti per oltre un miliardo di euro». Lo comunicano in una nota i senatori marchigiani del Movimento 5 Stelle, Mauro Coltorti e Sergio Romagnoli. «Da jesino – aggiunge Coltorti – sono profondamente toccato e amareggiato dalla situazione che, se non risolta, porterà sul lastrico 270 famiglie della mia comunità e l’intero territorio con le ovvie ricadute sull’indotto». I due parlamentari annunciano che stamane faranno visita al presidio dei lavoratori «per portare la nostra solidarietà, ma intanto abbiamo già parlato con la viceministra Todde perché il Mise e il governo si facciano carico anche di questa vertenza e perché arrivi al più presto sul tavolo del Consiglio dei Ministri il decreto anti delocalizzazioni. Non è accettabile che in un momento di rilancio per il Paese si verifichino certe situazioni» concludono Coltorti e Romagnoli.

«Lo strapotere delle multinazionali va ridimensionato a livello europeo. Le forze politiche,i sindacati debbono agire a quel livello dello scontro di classe. Non passa giorno che la realta’ del mondo globalizzato ci faccia prendere atto che la realta’, la dimensione degli accadimenti, sono a quel livello, i centri decisionali pure. -scrive anche il Partito della Rifondazione Comunista in una nota attraverso la quale esprime solidarietà ai 260 operai della Caterpillar – Riflettendo sui dati della fabbrica di Jesi, non c’è un dato che faccia intendere una scelta di questo tipo. Evidentemente quei dati non fanno parte dei calcoli della multinazionale. La legislazione italiana e’ completamente inadeguata ad arginare scelte di questo tipo, non solo verso le delocalizzazioni, ma per limitare lo strapotere che queste potenze economiche hanno nei confronti delle istituzioni locali, nazionali». Anche Caritas e Progetto Policoro della Diocesi di Jesi, con il vescovo Don Gerardo Rocconi hanno manifestato vicinanza alla cause dei lavoratori.

 

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