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Lavori al ponte della Sp16: «Attendiamo
risposte sull’utilizzo della strada
di San Donato come alternativa»

FABRIANO - I disagi alla viabilità perdurano soprattutto per chi deve raggiungere i poli industriali dell'area montana. Pierluigi Bocchini, presidente di Confindustria Ancona ha perso la pazienza: «Possibile che il sindaco non trovi neppure il tempo per fare una telefonata? Sul territorio ci sono aziende multinazionali che danno lavoro a migliaia di persone»

Pierluigi Bocchini, presidente Confindustria Ancona

 

 

«Siamo arrivati a Natale e ancora, nonostante le promesse e le numerose sollecitazioni, il sindaco di Fabriano non trova neanche due minuti del suo tempo per dare risposta ufficiale alla nostra richiesta di utilizzare la strada di San Donato come alternativa alla Sp 16». Pierluigi Bocchini, presidente di Confindustria Ancona ha davvero perso la pazienza. Dopo la chiusura del ponte e l’interruzione della Sp 16, l’unica strada di livello provinciale che collega Fabriano a Sassoferrato, Confindustria si è attivata per cercare di risolvere un problema che sta creando non pochi disagi alle aziende del territorio

«Abbiamo fatto tutti i passaggi istituzionali per cercare una soluzione – spiega in un comunicato Bocchini – . Abbiamo incontrato la Regione, poi la Provincia e infine il Comune verso la fine di novembre. Abbiamo proposto l’utilizzo della strada di San Donato come alternativa per i mezzi pesanti: dal sindaco ci era stata data assicurazione che ci avrebbe dato una risposta sulla effettiva possibilità di utilizzare quella strada, che necessiterebbe di qualche lavoro di assestamento e che sembra bloccata da un’ordinanza. Dal 9 di dicembre stiamo cercando di avere una risposta ufficiale che non arriva. Possibile che il sindaco non trovi neppure il tempo per fare una telefonata?».

« Non ci resta che prendere atto che al sindaco di Fabriano non sta minimamente a cuore il comparto industriale del fabrianese – conclude il presidente di Confindustria Ancona – E questo è davvero un atteggiamento inqualificabile, considerato il peso economico dell’industria sul territorio, con la presenza di aziende multinazionali che danno lavoro a migliaia di persone. Vogliamo continuare a penalizzare ulteriormente le aziende che hanno scelto di continuare a investire? O vogliamo finalmente, insieme, costruire un sistema territoriale che sia accogliente per le attività produttive? Le aziende lottano tutti i giorni, si impegnano sul fronte della digitalizzazione, dell’innovazione, della crescita e la chiusura di un ponte diventa un problema insuperabile per un’amministrazione comunale? E questo sarebbe un Paese adatto al fare impresa?»

 

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