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Caterpillar, gli operai dal prefetto:
«Non c’è più tempo da perdere
il Mise convochi il tavolo di crisi»

ANCONA - Una delegazione sindacale stamattina è stata ricevuta in Prefettura durante il sit-in dei lavoratori dello stabilimento jesino in Piazza del Plebiscito. Lunedì ripartirà la produzione nel sito di via Roncaglia ma non si fermerà il presidio degli operai davanti ai cancelli. Nei primi giorni della prossima settimana sarà anche depositato il ricorso al Tribunale di Ancona che in caso di accoglimento potrebbe fermare i termini per la procedura di mobilità annunciata ai 270 dipendenti lo scorso 10 dicembre - FOTO/VIDEO

 

 

«Il prefetto Darco Pellos ci ha assicurato che già oggi pomeriggio interloquirà con i ministeri competenti a Roma per riferire quanto gli abbiamo comunicato sulla vertenza della Caterpillar di Jesi. Il suo sostegno ci fa ben esperare». Hanno espresso soddisfazione all’uscita dal palazzo della Prefettura, questa mattina ad Ancona, i rappresentanti sindacali di Fiom Cgil e Fim Cisl che insieme ai lavoratori dello stabilimento jesino si sono mobilitati in un sit-in di protesta in Piazza del Plebiscito. Lo scorso 10 dicembre la multinazionale statunitense ha annunciato l’apertura della procedura di mobilità per circa 270 dipendenti e interinali. Il 24 febbraio prossimo scadranno i termini per la contrattazione e tutti gli operai jesini rischiano di perdere il posto di lavoro senza un accordo sindacale. Il confronto con il prefetto è durato circa 40 minuti nel corso dei quali le Rsu e i rappresentanti regionali e provinciali delle sigle sindacali di categoria hanno ribadito che la vertenza passi da una dimensione regionale ad una nazionale, con l’apertura di un tavolo di crisi al Ministero dello Sviluppo Economico.

Vi hanno preso parte Tiziano Beldomenico e Maurizio Gabrielli (Fiom) , Mauro Masci, segretario regionale Fim Cisl insieme al segretario provinciale Fim Cisl Ancona Luigi Imperiale, e Vincenzo Gentilucci segretario regionale e provinciale Uilm Uil, e Marco Bastianelli della Camera del Lavoro di Cgil Ancona. «Attendiamo da giorni che il Ministero ci dia una una data per la convocazione per l’apertura del tavolo di crisi per una vertenza che noi riteniamo di respiro nazionale – ha ricordato questa mattina, al termine dell’incontro in Prefettura,  Maurizio Gabrielli (Fiom di Jesi)– C’è la tagliola del 24 febbraio, come scadenza di 75 giorni di trattativa sindacale e se non succederà niente partiranno i licenziamenti collettivi».«Ecco perché i tempi devono essere veloci: già nei primi giorni della prossima settimana se noin domani, ci aspettiamo risposte dal ministero. – ha aggiunto Donato Acampora (Fim Cisl Jesi) – Abbiamo fatto una battaglia fino ad oggi senza fermare una sola auto e questo ci ha portato ad avere tutta la comunità al nostro fianco. Ma se però non interverrà il Mise lo stress prenderà il sopravvento e faremo fatica a mantenere calme le persone. Tra i lavoratori cominciamo a percepire uno stato di scoramento».

Con la lotta sindacale va avanti anche quella legale. «Lunedì o martedì presenteremo il ricorso al tribunale di Ancona, ex articolo 28 dello Statuto dei Lavoratori. L’azienda ci avrebbe comunicato la chiusura dell’attività produttiva con il licenziamento di tutti i lavoratori senza manifestare mai nel corso dell’ultimo anno nessun tipo di problema rispetto ad un elevato costo del lavoro. Se una sentenza in tempi celeri (prima della scadenza dei 75 giorni) darà ragione ai lavoratori, l’azienda sarebbe costretta a rivedere i suoi piani e la procedura di mobilità non avrebbe più senso» ha spiegato Tiziano Beldomenico, segretario generale Fiom Marche, stamattina a fianco dei lavoratori e oggi pomeriggio di nuovo a Jesi per partecipare all’assemblea sindacale aperta anche ai precari.

Lunedì, intanto, riprenderà la produzione nel sito della Caterpillar di Jesi ma proseguirà anche il presidio permanente davanti ai cancelli dell’azienda di via Roncaglia e non vengono escluse nuove manifestazioni. I lavoratori rientreranno in fabbrica « e quello che abbiamo chiesto a tutti è di lavorare senza farsi male. Il periodo è già difficile – ha rimarcato Acampora – e andare a casa con un infortunio complicherebbe la situazione. Lavoreremo anche per portare a casa delle paghe e con lo stato d’animo di chi sarà in mezzo a una strada il 24 febbraio se prima non si muoverà niente. La lotta sindacale però non si fermerà». In questa fase ancora molto fluida l’annuncio dell’arrivo del mega polo logistico Amazon nell’area dell’Interporto di Jesi, che con le 900 potenziali assunzioni apre nuovi spiragli occupazionali, ma viene percepito dai lavoratori e soprattutto dai sindacalisti solo «come piano B da perseguire. Il nostro obiettivo prioritario in questo frangente è risolvere la vertenza» ha chiosato Gabrielli.

(Redazione CA)

(foto/video Giusy Marinelli)

 

da sin. Donato Acampora, Maurizio Gabrielli e Tiziano Beldomenico (con il megafono)



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