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Mattarella bis, Marchetti all’attacco
«I dem marchigiani hanno velleità da statisti
ma totale incapacità di analisi»

POLITICA - Il commissario della Lega Marche difende il leader del suo partito Matteo Salvini e se la prende con Mangialardi e Ricci: «In un momento storico complesso, nel quale milioni di italiani non riescono ad arrivare a fine mese, il Parlamento non poteva continuare ad essere ostaggio delle bizze di una sinistra irresponsabile e meschina»

 

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Il commissario regionale Riccardo Marchetti, fedelissimo di Matteo Salvini

 

«Commenti scomposti e privi di fondamento del capogruppo del Pd Maurizio Mangialardi e sproloqui autoreferenziali del sindaco di Pesaro, Matteo Ricci». Il commissario della Lega Marche, Riccardo Augusto Marchetti, ne ha per tutti: «A quanto pare le trattative che hanno condotto alla ri-elezione di Sergio Mattarella a presidente della Repubblica hanno fatto affiorare negli esponenti del Pd marchigiano velleità di statisti che confermano la loro totale incapacità di analisi del contesto politico. Attaccare la Lega e Matteo Salvini è diventato lo sport prediletto dai dilettanti della politica che, nel vano tentativo di intestarsi meriti che non hanno, cercano di screditare chi lavora con concretezza, assumendosi anche la responsabilità di scelte talvolta sconvenienti, ma necessarie per salvaguardare equilibri fin troppo labili dai quali dipende la tenuta del Paese.

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Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella

Sin dall’inizio delle trattative per il Colle, Matteo Salvini, consapevole che al primo partito della più ampia coalizione del Parlamento spettasse l’onere di decisioni importanti, si è assunto la responsabilità di proporre nomi validi per ricoprire la più alta carica dello Stato – prosegue Marchetti – ma l’irresponsabilità della sinistra si è sempre tradotta in ‘no’ ideologici e pregiudiziali che hanno tenuto il Paese in stallo per sei giorni. Lo stesso Ricci, in un momento di insolita lucidità, ha ricordato come il presidente Mattarella avesse già da tempo escluso la possibilità di un secondo mandato, ed è anche per rispetto alla volontà di chi per sette anni ha servito con serietà e devozione il Paese, che sin da subito il segretario Salvini si è messo al lavoro per trovare una personalità adatta a ereditare il suo pesante testimone».  Marchetti accusa il Pd «di essersi limitato a trincerarsi dietro un vergognoso infantilismo, bocciando ogni proposta per puro capriccio, e mettendo addirittura veti su nomi che Letta stesso aveva in precedenza dichiarato idonei. In un momento storico complesso, nel quale milioni di italiani non riescono ad arrivare a fine mese, il Parlamento non poteva continuare ad essere ostaggio delle bizze di una sinistra irresponsabile e meschina continua – e c’era assoluta necessità che le Camere tornassero ad occuparsi di temi cruciali come il Pnrr, investimenti e riforme urgenti. Matteo Salvini, ancora una volta, ha dimostrato che per la Lega gli italiani hanno la priorità sugli interessi di partito, e, per evitare altri giorni di trattative che l’egoismo della sinistra avrebbe continuato a vanificare, si è deciso di chiedere a Mattarella l’ulteriore sforzo di succedere a se stesso, ipotesi dapprima esclusa in considerazione della volontà stessa del Presidente di non restare al Quirinale per il settennato successivo. Se la corsa verso il Colle è terminata, resta quella, ben più lunga, per il futuro del Paese, e per portarla a termine servono costanza e perseveranza, non scatti da centometristi che consumano tutto il fiato prima ancora di riuscire a tagliare il traguardo. La Lega c’è – conclude Marchetti – li aspettiamo all’arrivo».

 

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