Ricorso al Riesame per annullare l’ordinanza firmata dal gip o, in subordine, chiedere una misura cautelare meno afflittiva. Le istanze sono state discusse questa mattina al tribunale di Ancona dai difensori dell’infermiere Emanuele Luchetti e dall’avvocato Gabriele Galeazzi, entrambi travolti lo scorso 10 gennaio dall’inchiesta Euro Green Pass.
L’infermiere si trova recluso nel carcere di Montacuto ed è stato indicato dalla procura come l’esecutore materiale dei falsi vaccini al centro Paolinelli della Baraccola, ad Ancona.
Il secondo sarebbe un intermediario, una sorta di procacciatore di clienti da portare all’hub.
Fino a questa sera, ai diretti interessati non era ancora arrivata alcuna comunicazione ufficiale sull’esito dei ricorsi. Dei due indagati, in aula era presente solo Galeazzi, difeso dal legale Riccardo Leonardi che, nei giorni scorsi, ha depositato una memoria lunga 43 pagine.
«Riteniamo che rispetto alla prospettazione accusatoria l’ordinanza sia carente sia per gli indizi di colpevolezza che per le esigenze cautelari» ha detto l’avvocato Leonardi al termine dell’udienza. Il pm Ruggiero Dicuonzo si è opposto alle istanze presentate dalla difesa.
Stesso discorso per l’infermiere Luchetti, assistito dall’avvocato Marta Balestra che, nel corso dell’udienza, ha soprattutto fatto leva sul comportamento collaborativo tenuto fino ad ora dall’indagato.
Non si è infatti sottratto all’interrogatorio di garanzia (Galeazzi si era avvalso della facoltà di non rispondere), rispondendo alle domande del gip, e ha chiarito alcuni punti dell’inchiesta durante un faccia a faccia con il sostituto procuratore.
Stando all’accusa, Luchetti avrebbe incassato soldi in cambio delle simulazioni vaccinali, alcune delle quali ‘intercettate’ lo scorso dicembre dalle telecamere installate della Squadra Mobile al centro Paolinelli.
Questa mattina si sono tenute anche le udienze per alcuni dei presunti “clienti” che avrebbero pagato per ottenere il Green pass tramite la simulazione della vaccinazione. La procura ne ha contati 45, destinatari di misure più lievi, come l’obbligo di dimora o di presentazione alla polizia giudiziaria. Per alcuni, i provvedimenti cautelari sono caduti già dopo l’interrogatorio con il gip.
(Fe. Ser.)
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