Domani pomeriggio alle 14, il segretario generale della Fim Cisl, Roberto Benaglia e il segretario con delega all’ automotive, Ferdinando Uliano saranno presenti davanti ai cancelli al presidio dei lavoratori della Caterpillar di Jesi. Poche ore prima è in programma la seconda udienza per la causa sul comportamento antisindacale intentata contro la multinazionale di Fiom Cgil, con Fim e Uilm. «A pochi giorni dalla scadenza della procedura, vanno valutate tutte le proposte industriali arrivate nei giorni scorsi all’azienda e in particolare la proposta di Imr. Bisogna incalzare ancora di più Caterpillar affinchè prenda seriamente in considerazione questa soluzione con l’obiettivo di garantire la continuità produttiva e la piena occupazione per tutti i lavoratori». A una settimana dalla data di scadenza della procedura di mobilità e l’avvio dei licenziamenti collettivi dei 189 dipendenti diretti, annunciati dalla proprietà con l’apertura della procedura di mobilità, una delle tre aziende che hanno depositato le offerte per l’acquisizione, proprio la Imr di Carate Brianza, con stabilimenti in Italia e in Europa, potrebbe essere la chiave di volta per risolvere con esito positivo la vertenza. Fonti sindacali parlano oltre che dell’azienda della Brianza anche del Fondo Antares, e della Duplomatic di Parabiago nell’hinterland milanese.
«L’atteggiamento della Caterpillar continua a essere sprezzante nei confronti delle Istituzioni a tutti i livelli e, soprattutto, dei lavoratori marchigiani che hanno contribuito in modo determinate al bilancio in super attivo della multinazionale americana». Questo è il commento del capogruppo di Fratelli d’Italia al Consiglio regionale, Carlo Ciccioli, rispetto alla vertenza che coinvolge circa 190 dipendenti dello stabilimento di Jesi, che rischiano di perdere il posto di lavoro a causa dell’annunciata chiusura del sito. «Di fronte a ben 3 proposte concrete, la Caterpillar continua a mostrarsi cinica e indifferenze rispetto a un territorio dal quale ha sempre e solo ottenuto professionalità, competenza e spirito di abnegazione. Da quando si è aperta la vertenza non ha indietreggiato di un millimetro rispetto alla data tagliola del 23 febbraio prossimo. Da quando, cioè, avrà la possibilità di far partire le lettere di licenziamento in base alla tempistica della procedura. Ebbene, ci sono state molte novità in queste settimane, anche positive».
Secondo Ciccioli «le tre proposte arrivate, ad esempio, confermano come vi sia attrattività ed appetibilità rispetto allo stabilimento, ma soprattutto grazie a coloro che ci lavorano. A quei dipendenti che la multinazionale americano vorrebbe vedere in mezzo a una strada dalla sera alla mattina. C’è l’obbligo morale di verificare le offerte giunte, soprattutto perché non ci troviamo di fronte a un’azienda sull’orlo del fallimento. Ma solo di un management che continua a perseguire solo la logica del profitto per staccare cedole di dividenti sempre remunerative. Forse bisognerebbe iniziare a chiedere al giudice del lavoro e al giudice civile il sequestro precauzionale degli impianti di Jesi a tutela dei lavoratori. Mi auguro – conclude il capogruppo di Fratelli d’Italia al Consiglio regionale, Carlo Ciccioli – che il 21 febbraio prossimo, giorno della nuova convocazione del tavolo al Mise, i rappresentanti del Governo possano esercitare le giuste pressioni sulla multinazionale americana così come è stato fatto, fin dal primo giorno della vertenza, da parte della Regione Marche».
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