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Nessun investitore per la Indelfab:
ufficializzata la procedura
di licenziamento per 489 lavoratori

FABRIANO - Lunedì l'incontro in video conferenza al Ministero del Lavoro. Coinvolti 245 dipendenti dello stabilimento di Santa Maria. La Fiom di Ancona esprime profonda preoccupazione per il futuro occupazionale e per il territorio montano auspicando «che possibili manifestazioni di interessi si propongano per l’acquisto complessivo dell’azienda, o anche solo di asset o immobili, tenendo conto dell’esigenza di salvare e tutelare più posti di lavoro possibili»

Lo striscione della Fiom a sostegno dei lavoratori della ex Jp Industries (ex Antonio Merloni) oggi diventata Indelfab (foto d’archivio)

 

La cassa integrazione scadrà a maggio e lunedì scorso è stata ufficializzata la procedura di licenziamento per i 489 lavoratori della Indelfab (ex Jp Industries), 245 dei quali  dello stabilimento di Santa Maria di Fabriano e 244 del sito di Gaifana in Umbria nel corso dell’incontro convocato in videoconferenza tra il Ministero del Lavoro, le segreterie di Fim, Fiom e Uilm delle Marche e dell’Umbria e i rappresentanti della curatela fallimentare dell’azienda dichiarata in fallimento. Nessun investitore si è ancora fatto avanti. La firma dell’accordo per il licenziamento collettivo di 489 dipendenti della Indelfab di Fabriano (ex Jp industries), avvenuto proprio l’ultimo giorno utile ai fini dell’espletamento della procedura di mobilità, segna la fine di una triste e lunga vertenza.

«Un fallimento non solo societario e di un progetto di azienda mai realmente partita, ma dell’intero sistema paese, incapace di trovare una soluzione lavorativa dentro uno dei più grandi disastri industriali; questo nonostante la valanga di soldi pubblici utilizzati sotto forma di ammortizzatori sociali, nonostante tutti i sacrifici fatti dalle lavoratrici e dai lavoratori ed a fronte delle innumerevoli disponibilità date, sempre pronti a credere e a sperare nelle promesse fatte, confidando negli impegni istituzionali ed imprenditoriali, che purtroppo alla fine si sono tutti dimostrati vuoti.- sottolinea Pierpaolo Pullini (Fiom Cgil Ancona) – L’impossibilità di ricorrere ad ulteriori ammortizzatori sociali, per la salvaguardia occupazionale, dichiarata dal Ministero del Lavoro ha portato le parti sociali a siglare l’accordo, dopo aver ottenuto da parte della Curatela l’impegno a ritirare i licenziamenti qualora subentrassero altri strumenti o manifestazioni di interesse a rilevare l’azienda, che ad oggi non sono pervenute».

Pierpaolo Pullini

La Fiom di Ancona esprime profonda preoccupazione per il futuro occupazionale delle persone interessate e per il territorio montano in generale, al tempo stesso si augura «che possibili manifestazioni di interessi si propongano per l’acquisto complessivo dell’azienda, o anche solo di asset e/o immobili, tenendo comunque conto in ogni caso dell’esigenza di salvare e tutelare più posti di lavoro possibili. – prosegue Pullini – La Segreteria della Fiom di Ancona ritiene indispensabile, anche alla luce dei fondi destinati al rilancio dell’industria manifatturiera dal Pnrr, uno sforzo ulteriore da parte delle Istituzioni per adoperarsi a non lasciare morire un patrimonio industriale importante strategico come quello rappresentato dalla Indelfab e così definitivo più volte sia dal Mise che dalla Regione, utilizzando anche risorse finalizzate alla risoluzione delle crisi industriali ed al rilancio del Paese e delle aree colpite da anni di processi di desertificazione industriale. Politiche attive, progettualità industriale, salvaguardia del made in Italy e delle filiere produttive, accompagnamento alla pensione e staffetta generazionale,sono tutti temi generali che si materializzano in maniera drammatica nell’area del fabrianese, dove la Indelfab rappresenta l’emblema di un declino industriale la cui tendenza può essere invertita solo con una vera progettualità e con un’azione sinergica di tutti».

 

 

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