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Vaccini bluff, Daniele Mecozzi al gip:
«L’ho fatto per ideologia, non per soldi»

INDAGINE EURO GREEN PASS - Giornata di interrogatori dopo l'ordinanza bis del tribunale di Ancona Il ristoratore civitanovese ha risposto alle domande del gip. Anche l'infermiere Emanuele Luchetti ha parlato. Scena muta per gli altri indagati, tra cui l'imprenditrice balneare Maria Francesca Lattanzi e il poliziotto Alessandro Romagnoli che al momento resta in servizio, insieme al collega finito nell'inchiesta, ma senza la pistola

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di Gianluca Ginella

«Non l’ho fatto per soldi ma per una mia ideologia, sono contrario a come il vaccino è stato imposto», questo ha spiegato al giudice Daniele Mecozzi, il titolare del ristorante Casablanca di Civitanova, e ritenuto uno degli intermediari per le persone che volevano bypassare il vaccino e ottenere comunque il Green pass. Mecozzi, che si trova agli arresti domiciliari, oggi è ha deciso di rispondere alle domande nel corso dell’interrogatorio di garanzia bis nato dalla nuova ordinanza firmata dal gip Carlo Masini del tribunale di Ancona con cui sono state indagate altre 29 persone.

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Il civitanovese Daniele Meozzi

Queste si sommano alle 50 già iscritte nel registro della procura nel corso della prima tranche d’indagini su presunte false vaccinazioni che avvenivano al centro Paolinelli di Ancona grazie ad un infermiere corrotto, Emanuele Luchetti. Mecozzi, difeso dall’avvocato Gabriele Cofanelli (oggi sostituito da Massimiliano Cofanelli) ha detto quanto aveva già riferito al pm nel corso di un interrogatorio che si è svolto dopo l’interrogatorio di garanzia in cui si era avvalso della facoltà di non rispondere.

Mecozzi ha detto che in una prima parte non ha preso un euro e in seguito giusto un minimo di rimborso spese. Ha però soprattutto sottolineato che il suo agire è stato legato ad una sua convinzione, ad una ideologia: è contrario a come il vaccino è stato imposto. L’uomo ha partecipato all’interrogatorio in collegamento dal commissariato di Civitanova. Un altro interrogatorio di garanzia ha riguardato il poliziotto Alessandro Romagnoli, 59, residente a Tolentino, in servizio proprio a Civitanova (difeso da Massimiliano Cofanelli). Si è avvalso della facoltà di non rispondere.

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La civitanovese Maria Francesca Lattanzi

Sia per lui che per l’altro poliziotto indagato, Leonardo Della Mora, 49 anni, residente a Porto Recanati (che sarà interrogato venerdì, è assistito dall’avvocato Alessandra Perticarà) dalla Questura spiegano che la situazione sotto il profilo disciplinare è al vaglio e cammina di pari passo con il procedimento penale. Al momento i due poliziotti risultano in servizio, gli sono però state tolte le pistole.

Oggi, sempre al commissariato di Civitanova si è svolto anche l’interrogatorio del fratello di Mecozzi, Gerry. Interrogatorio anche per Maria Francesca Lattanzi, ritenuta una degli intermediari. Si è avvalsa della facoltà di non rispondere. La donna, titolare del balneare Bolina a Civitanova, è assistita dagli avvocati Paolo Carnevali e Alberto Pepe. «Faremo ricorso al tribunale del Riesame» anticipa l’avvocato Carnevali.

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L’infermiere Emanuele Luchetti

Pure lui si è avvalso della facoltà di non rispondere. Sempre oggi c’è stato anche l’interrogatorio di garanzia di Luchetti che si trova in carcere dallo scorso 10 gennaio. Così come per il primo interrogatorio, anche questa mattina ha risposto alle domande del gip Carlo Masini, chiarendo i fatti contenuti nella nuova ordinanza e ammettendo gli addebiti. L’interrogatorio è durato una trentina di minuti e la difesa, rappresentata dall’avvocato Marta Balestra, non ha fatto richieste per ottenere provvedimenti meno restrittivi. In prima battuta, l’infermiere aveva detto di essere “solo un anello della catena, non certo l’organizzatore del sistema”. «Il mio assistito – ha detto Balestra – ha portato avanti l’atteggiamento collaborativo avuto fin dall’inizio». Venerdì altri interrogatori di presunti intermediari: l’imprenditore anconetano Stefano Galli, l’avvocato Gabriele Galeazzi, la banconista romena Maria Daniela Zeleniuschi. Tutti loro, al primo interrogatorio, avevano scelto la via del silenzio. Sempre venerdì saranno sentiti l’altro poliziotto in servizio a Civitanova indagato e l’avvocato Paolo Padovano, una delle persone che avrebbero ottenuto il Green pass senza fare il vaccino.

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