di Laura Boccanera
Si era già esposto con un post su Facebook nel quale condannava la guerra in Ucraina dicendo di non riconoscere quella Russia che gli aveva dato il cognome. Il suo nome è Zaytzev, il pallavolista della Lube Civitanova che ha doppia cittadinanza italiana e russa.
La ferita del conflitto in Ucraina lo tocca personalmente. Nei giorni scorsi aveva sottolineato sempre a mezzo social che tantissime persone in Russia sono contro la guerra in Ucraina: «Sono con loro che hanno il coraggio di protestare, con tutto il popolo ucraino che sta scappando e con coloro che stanno resistendo», aveva scritto a mezzo Facebook. Pur avendo preferito non concedere interviste sull’argomento ieri sera Zaytzev era ospite in collegamento su La7 a Otto e mezzo nella trasmissione di Lilli Gruber: «Ho sangue russo nelle vene sia mio padre che mia madre vivono in Russia, mio padre a 30 chilometri dal confine con l’Ucraina – racconta – Mi aggiorna su quello che succede e anche questa mattina si sentivano gli aerei che passavano sopra Kharkiv. Il popolo russo è estremamente orgoglioso e nazionalista – spiega – sono orgoglioso dei miei nonni che hanno combattuto nella II guerra mondiale e liberato dal nazismo, da piccolo ho vissuto in Russia e giocato in Russia e Siberia e credo che questa guerra sia voluta solo dal governo per motivi ideologici, non è la guerra dei russi».
Sui negoziati di ieri ha aggiunto: «Sono ottimista sugli ultimi sviluppi, lo sono per natura credo alla diplomazia e al dialogo tra le parti e credo negli esseri umani tutti. Difficile fare previsioni, sicuramente il presidente Putin è andato incontro a conseguenze pesanti. Mi viene da empatizzare con i civili che stanno già pagando un prezzo carissimo per questo conflitto. La morte di innocenti viene vissuta come effetto collaterale durante la guerra e non c’è niente di umano in tutto questo. Credo che il sentimento di chi non vuole la guerra sia diffuso molto di più di quanto non si possa pensare».
Sull’esclusione della Russia dalle principali competizioni sportive aggiunge: «Chi meglio di noi sportivi può conoscere il fair play e il rispetto dell’avversario. Per vincere ogni partita ci sono regole da rispettare e quando c’è di mezzo una guerra non possono esserci vincitori, per questo noi sportivi non possiamo voltarci dall’altra parte come se questo non fosse da condannare. Da sempre lo sport ha preso posizioni politiche rispetto alla guerra, molte persone ci seguono e ci guardano, soprattutto i nostri bambini e tutti devono sapere che non è la guerra dei loro padri ma solo di un unico uomo al comando di una potenza mondiale, è una piccola goccia nel mare, ma va fatta. In trasmissione collegata dall’Ucraina anche Irina Guley cronista che in chiusura di collegamento, invitata a dire qualcosa al pallavolista civitanovese richiama tutti però alla responsabilità personale rispetto a quanto accade in Ucraina: «Siete tutti responsabili di ciò che oggi è successo in Ucraina, non solo Zaytzev, ma anche tutta l’Europa perché il gas a buon mercato era attraente e ora dobbiamo pagare tutti».
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